MUSEO DEL VINO A BAROLO – COSA NON PERDERE NELLE LANGHE

 

A Barolo, nel cuore delle Langhe, sorge il Museo del Vino, noto anche con l’acronimo di Wi.Mu, dall’inglese “wine museum”. Non includerlo in un tour delle Langhe sarebbe un grosso errore, anche per chi è astemio o non particolarmente amante del nettare degli dei, in quanto il museo è strutturato come una vera e propria esperienza sensoriale, un viaggio nella storia, nella natura e nell’arte che si snoda attraverso un percorso espositivo accattivante e denso di curiosità.

Wi.Mu, Museo del Vino di Barolo: dove si trova, come arrivare e dove parcheggiare

Il Museo del Vino si trova nel borgo di Barolo (Cuneo), all’interno del Castello Comunale appartenuto ai Marchesi Falletti, che domina il borgo. Abbiamo raggiunto Barolo in auto dalla Liguria, percorrendo l’autostrada A6, uscendo al casello di Mondovì, seguendo poi le chiare indicazioni per Barolo. Poco prima dell’ingresso al centro storico del paese, troverete un ampio parcheggio gratuito all’aperto e potrete proseguire a piedi verso il borgo. Il museo dista una decina di minuti dal parcheggio e strada facendo potrete ammirare i vigneti per i quali la zona è famosa: a ottobre i grappoli di uva nera tra i pampini che dal verde iniziano a sfumarsi dei colori caldi dell’autunno costituiscono un vero spettacolo.

Castello Barolo

                                  Il Castello di Barolo, che ospita il Wi.Mu

Wi.Mu – Informazioni su biglietti e orari 

Abbiamo prenotato la visita tramite mail (prenotazioni@barolofoundation.it), presentandoci in biglietteria una decina di minuti prima dell’ingresso concordato. L’accesso avviene a piccoli gruppi e la visita è libera, ma su richiesta sono prenotabili visite guidate o noleggiabili audioguide. Il biglietto intero costa € 9,00, sono previste riduzioni per over 65, bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, gruppi superiori alle 12 persone. L’ingresso è gratuito per i bambini sino a 5 anni, i disabili e i possessori delle card turistiche piemontesi (es. Torino card, Piemonte card, Abbonamento musei Piemonte). 

Il Wi.Mu è aperto tutti i giorni dalle 10:30 alle 19:00 e la durata stimata della visita è di circa un’ora (ultimo ingresso ore 18:00).

barolo cosa vedere

                                                      Vigneti di Barolo

Wi.Mu – Il percorso di visita: interattivo e innovativo

Il percorso di visita, ideato dallo scenografo svizzero François Confino, è innovativo e coinvolgente e ricorda quello del Museo del Cinema di Torino, da lui stesso progettato. Si snoda su tre piani, partendo dall’ultimo e proseguendo a scendere: il terzo piano è dedicato alla composizione del vino, in un alternarsi di luci e ombre che ricordano gli elementi fondamentali che lo originano: il calore del sole, la terra in cui attecchisce la vite, l’acqua, il lavoro dell’uomo. Suoni, colori e impatto visivo che costituiscono il preludio all’immersione successiva negli aspetti storici e culturali legati alla produzione e al consumo del vino nel corso dei secoli. Prima di scendere al piano successivo, non dimenticate di godervi lo splendido paesaggio dalla terrazza del castello, che abbraccia il borgo dall’alto e le colline circostanti.

Barolo cosa vedere

                        Barolo, panorama dal castello dei Marchesi Falletti

Il secondo piano è una vera e propria immersione nella storia della bevanda, dall’epoca primitiva ai giorni nostri, con riferimenti alle culture più varie e ai miti Egizi e Greci. I pannelli raccontano aneddoti, credenze popolari e curiosità che dimostrano quanto questa bevanda fosse apprezzata anche da popoli dalle tradizioni molto diverse tra loro; mentre alcune installazioni sono azionabili attraverso pedali e manovelle. Siamo soliti associare il vino all’immagine di Bacco, ma non sapevo che il culto della divinità fosse associato alla morte e alla rinascita, come il grappolo d’uva che muore e rinasce tramite la fermentazione sotto forma di vino.

Tra le curiosità “storiche”, ho appreso che la scoperta dei primi alcolici precede persino quella dell’agricoltura, che nel codice di Hammurabi era prescritto che la sacerdotessa che avesse aperto una taverna avrebbe dovuto essere arsa viva, mentre la punizione per una cameriera che aveva sbagliato la mescita del vino con l’acqua era addirittura l’annegamento! Per gli Egizi, invece, il vino avrebbe addirittura salvato l’umanità: secondo il mito, gli dei avevano inviato sulla terra Hathor, in forma di leonessa celeste che avrebbe dovuto sterminare gli uomini; ma mossi a compassione cambiarono idea e trasformarono le acque del Nilo in una sostanza rossa e inebriante, che la fece ubriacare salvando gli essere umani.

museo de

                                                  Il vino nella storia

Le stanze seguenti ci raccontano il rapporto speciale tra vino e arte: le citazioni letterarie scorrono su pannelli luminosi dallo sfondo rosso, che si propagano come messaggi annaffiati da una goccia di vino. In altre stanze, tocca al mondo del cinema e della pittura: le locandine di famosi film ambientati tra i vigneti, come “Il profumo del mostro selvatico” e “Un’ottima annata”, fanno da cornice alla sala di un cinema tematico, mentre celebri dipinti appartenenti a varie epoche (Rinascimento, Impressionismo, arte contemporanea) si susseguono proiettati al centro dell’atelier di un artista immaginario. Infine, in una cucina allestita per l’occasione, due filmati mostrano ricette della tradizione e rivisitazioni moderne.

Wi.Mu Barolo

         “Lo schermo divino”, la sala dedicata al vino nel mondo del cinema

Museo del vino Barolo

                                                La sala della letteratura

museo del vino

                                          Vino e cucina al Museo del Vino

La parte finale del percorso, al primo piano, fornisce alcune informazioni sulla storia degli antichi abitanti del castello, i Marchesi Falletti, presentati attraverso una serie di cartonati e mostrando alcuni degli arredi rimasti (come la biblioteca, la sala da pranzo e la camera da letto), appartenuti all’ultimo marchese Carlo Tancredi e sua moglie Juliette, detta Giulia. Nel castello visse inoltre Silvio Pellico, uno dei più grandi protagonisti del Risorgimento italiano. Pellico fu bibliotecario e parte del mobilio della sua stanza è tuttora visibile. 

castello di Barolo

                                                           Sala da pranzo

Castello Barolo

                                                La stanza di Silvio Pellico

Prima di uscire, non dimenticate di scendere al piano sotterraneo, che mostra un’aula del Collegio Barolo: nel 1875, infatti, il castello divenne una scuola per volontà della marchesa. Nell’aula è presente una teca contenente attrezzi vinicoli antichi, mentre in un filmato in bianco e nero un maestro spiega alcune curiosità sul vino. Non abbiamo potuto invece scendere al piano -2, che ospita l’Enoteca Regionale del Barolo, in quanto in periodo di pandemia l’attività è stata sospesa.

Wine tasting tour

                                        I profumi dei differenti bouquet

Perché visitare il Wi.Mu, anche se non siete amanti del vino? Pur essendo praticamente astemia, ho adorato sia la fabbrica della Guinness a Dublino che il Museo del Vino di Barolo, il motivo? L’allestimento accattivante e le curiosità li rendono, pur essendo su scala diversa, percorsi interessanti anche per chi non è un estimatore delle bevande alcoliche. La visita al Wi.Mu dura circa un’ora, ma il tempo vola tra installazioni interattive e angoli che strizzano l’occhio agli amanti della letteratura, dell’arte, del cinema e della storia. E’ interessante scoprire i parallelismi tra culture diverse, nonché il lavoro condiviso da natura e uomo per arrivare sino al bicchiere di vino che giunge sulle nostre tavole. Inoltre, al termine della visita potete fare un salto nello shop accanto al castello (accanto al Wine tasting tour), non solo per acquistare i prodotti tipici della zona, ma anche per osservare le cartine tematiche sui vini piemontesi, annusare dalle botti le differenti profumazioni dei bouquet e ammirare le diverse sfumature di colore del vino dalle ampolle esposte.

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8 pensieri su “MUSEO DEL VINO A BAROLO – COSA NON PERDERE NELLE LANGHE

  1. Silvia The Food Traveler ha detto:

    Non ci vado da tanto tempo ed è solo a dieci minuti da casa! Molto bella la parte dedicata all’arte e al cinema, e ora capisco perché fa tornare in mente il Museo del Cinema di Torino!
    Sono d’accordo sul fatto che si tratti di un’esperienza interessante anche per chi non ama il vino, perché comunque è una cosa molto coinvolgente.

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