In questi mesi di stanzialità forzata, durante i quali la prospettiva di salire su un aereo sventolando orgogliosi la propria carta d’imbarco sembra ancora lontana, i ricordi dei viaggi passati sono un valido salvagente al quale aggrapparsi per evitare di affogare nel mare della malinconia del viaggiatore. Il viaggio a Cuba dello scorso gennaio per me ha rappresentato il realizzarsi di un sogno e in questo momento dell’anno, visto che di solito avevo già una vacanza invernale prenotata ad elettrizzarmi, tornare col pensiero a quei giorni di relax e al mondo variopinto e sfaccettato della città di L’Avana è un’ottima panacea. Visto che vi ho già parlato dell’itinerario a L’Avana, delle cose da sapere prima di partire per Cuba e dell’isola di Cayo Largo, non resta che parlare…di cibo!
Per mangiare bene, in quantità abbondanti e a poco prezzo a L’Avana, vi consiglio di andare nei paladares, delle abitazioni il cui piano superiore è stato convertito a ristorante. Ce ne sono di vario tipo, da quelli più spartani ed economici (e a mio avviso più autentici), a quelli più romantici, sino a quelli con prezzi ormai prettamente turistici. Paladar significa palato e questi ristorantini privati sono stati legalizzati dal governo cubano negli anni ’90, dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Sono di piccole dimensioni e il numero limitato di coperti li rende adatti ad un pranzo o una cenetta rilassante e intima.

Tra i posti in cui ho mangiato meglio, in quantità e a poco prezzo, ricordo la MONEDA CUBANA. In realtà, mi è capitato di pranzare in due paladares con la stessa insegna, ma l’esperienza è stata molto diversa: il primo, in Calle Empedrado 152, vicinissimo alla Cattedrale, è caratterizzato da una splendida vista sul Morro dalla terrazza, ma da prezzi equiparabili a quelli europei. Il secondo, in San Ignacio 77, sempre a L’Avana Vieja, è minuscolo e reso particolare dalle banconote di molti Paesi del mondo incorniciate e dalle sciarpe di squadre di calcio di tutto il mondo appese ai muri. Un ambiente genuino e familiare, tutt’altro che elegante, ma ha saputo conquistarmi anche per il rapporto qualità-prezzo: abbiamo optato per un menu classico, riso con fagioli neri, costata per mio fratello e omelette con verdure per me, il tutto servito con un abbondante contorno di verdure e purea di patate, oltre a deliziose banane fritte (che hanno sapore e consistenza simile alle nostre chips) e un dolce di papaya e formaggio. Siamo usciti ben più che sazi spendendo meno di 20 CUC (poco più di 8 € a testa per un menu completo).

La Moneda Cubana (San Ignacio 77)
La Moneda Cubana in calle Empedrado, invece, non è così competitivo dal punto di vista del prezzo, ma ripaga con un’atmosfera piacevole: come la maggior parte dei paladares, alla sala da pranzo si accede salendo una stretta e ripida scala, che in questo caso si apre in una terrazza panoramica coperta. Affacciandovi vedrete il mare e le fortezze sull’altra sponda della città. Il menu comprende l’immancabile riso e secondi a base di vari tipi di carne rossa o pollo, sempre accompagnati da abbondanti verdure.


PALADAR DONNA BLANQUITA – Questo paladar ci ha attratti mentre passeggiavamo lungo Paseo del Prado (o Paseo de Marti), il viale che ricorda una rambla spagnola e conduce sino al Malecón, il lungomare che si estende per 8 chilometri. La facciata del palazzo è dipinta di un bel verde acceso e la terrazza che sovrasta le arcate del portico è molto romantica. Entrando, avrete la sensazione intima di entrare in casa di qualcuno e la semplice sala con pochi coperti, dalle pareti rivestite d’azzurro alla quale si giunge dopo avere salito la ripida scala rende l’atmosfera genuina, non artefatta. Il menu prevede sia piatti a base di pesce (come l’aragosta) che di carne e il prezzo è onesto. Potete provare la ropa vieja, carne di manzo stufata con verdure che è uno dei piatti tipici di Cuba. E dopo cena, d’obbligo una passeggiata al chiaro di luna sul lungomare.

MEKEDE’ – A differenza dei paladares sopra citati, il Mekedé è un locale più moderno e a misura di turista, ma che consiglio comunque sia per la cucina, che coniuga la tradizione cubana alle varianti contemporanee, sia per l’ambiente: il locale è curato in ogni dettaglio, dai sottopiatti a forma di vinile, ai ritratti di personaggi celebri sulle pareti intenti a sorseggiare drink cubani. Carne ottima, pesce fresco e locale sempre molto affollato. Il platano fritto viene servito in una variante saporita con l’aggiunta di cipolla.

Se siete a L’Avana, però, non potete dimenticare di assaggiare i drink tipici, perciò mettete nella lista delle cose da fare sorseggiare rum, daiquiri, mojito e magari un Cuba libre! Il grande classico è ripercorrere le tracce di Hemingway, facendo tappa nei suoi due locali preferiti: la Bodeguita del Medio e il Floridita. Come diceva lo scrittore: “Mi mojito en La Bodeguita, mi daiquirí en El Floridita”, ma preparatevi a lunghe code: questi due piccoli bar sono letteralmente presi d’assalto. Entrambi sono nel centro storico e gli intenditori dicono che oggi i cocktail non siano più i migliori della città, perciò potete anche accontentarvi di una foto e…optare per un altro locale, visto che la scelta non manca! Per il Cuba libre, invece, potete fare un salto al Dos Hermanos, in Avenida del Puerto, proprio accanto al museo del rum. Respirerete un’atmosfera anni ’50 che vi farà sospettare che un gangster da film noir possa entrare nel locale da un momento all’altro.

Al di là di dove scegliere di mangiare (ad esempio lo street food cubano è un’ottima alternativa gustosa ed economica ai ristoranti) o di bere, all’Avana l’importante è immergersi nella cultura locale e perdersi nel dedalo di vie, colori e contrasti che la città offre. Un posto unico al mondo, che vale la pena vivere appieno, cercando di coglierne l’essenza.
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e anche oggi si viaggia “solo” così.. che non è poco 🙂 che meraviglia! grazie 🙂
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Ci accontentiamo dei ricordi…in attesa di potere tornare a viaggiare 😊 Grazie a te per il commento!
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a te per questa meravigliosa compagnia (non dirlo a me.. sogno gli aeroporti a occhi aperti 😀 ) Buona serata.
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Serena, questo post è una piccola ventata di colori, profumi e allegria!
Come stai? Ti mando un abbraccio dalla Campania! 🙂
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Ciao Daniela! Tutto bene…e di questi tempi è già molto! Mi è venuta voglia di fare un tuffo in un periodo un po’ più spensierato, sperando di potere presto tornare tutti a visitare nuovi posti ♥️ Ricambio di cuore l’abbraccio dalla Liguria!
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Come ti capisco: anche io in questo periodo avrei avuto un viaggio invernale, magari per l’Immacolata, da programmare e da sognare. Lo avevo, a dire la verità, fino a un paio di mesi fa, ma poi le zone rosse si sono messe di mezzo…
Il tuo viaggio a Cuba deve essere stato un sogno ed è bello quando i ricordi ci permettono ancora di rivivere un viaggio più volte, a distanza di tempo. Non so quando potrò vedere questa magnifica isola, ma per il momento mi salvo tutti i tuoi suggerimenti!
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In questo periodo anche una piccola gita tirerebbe su di morale, ma purtroppo non è possibile. I ricordi aiutano a rendere più sopportabile l’attesa di quella normalità che ora ci manca tanto. La pandemia ci ha tolto molte certezze, ma almeno non la voglia di sognare!
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Ricordo il tuo viaggio Cuba, e le tue splendide fotografie coloratissime! Ed anche oggi i colori non mancano, in questi piatti gustosissimi!
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Stamattina mi hai riportato al mio viaggio a Cuba di due anni fa. Ho amato pazzamente L’Havana per la sua atmosfera e non ha assolutamente tradito le mie aspettative!
Per quanto riguarda la Bodeguita del Medio, mi sono goduta di più quella di Trinidad. Meno caotica ed ancora con il fascino del passato!
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