A Torino ero stata anni fa e, in quell’occasione, avendo una sola giornata a disposizione avevo optato per la visita al Museo Egizio e al Museo del Cinema. Per questa mia seconda incursione in città – ancora una volta in modalità “toccata e fuga” – ho scelto un luogo di pace in posizione panoramica: la Basilica di Superga.
La Basilica di Superga sorge su una collina che domina la città di Torino, a 672 m sul livello del mare, ed è dedicata alla Madonna delle Grazie. Il metodo più comodo per raggiungerla, è l’auto. Se percorrete la Torino-Piacenza, prendete l’uscita Villanova d’Asti, proseguite per la statale di Riva presso Chieri e continuate per Chieri, in direzione Pino Torinese. A Pino Torinese occorre seguire le indicazioni per Superga. Se siete già nella città di Torino, arrivati alla Gran Madre svoltate a sinistra in Corso Casale, proseguite dritto e in fondo al corso girate a destra per imboccare la strada collinare che conduce alla basilica. Se vi spostate con i mezzi pubblici, potete prendere la linea 15 da Piazza Castello in direzione Sassi o le linee 61 o 68 da Piazza Vittorio, sempre direzione Sassi. Un’altra opzione è, dalla stazione Sassi, prendere la Tranvia a Dentiera.

Vi consiglio, soprattutto nelle giornate festive, di arrivare presto sul posto, perché i parcheggi non sono molti e potrebbe capitarvi di dover aspettare a lungo che se ne liberi uno. Ci sono, infatti, diverse opzioni di visita e quella completa porta via qualche ora.
La costruzione della basilica fu affidata a Filippo Juvarra nel 1715, per volere di Vittorio Amedeo II, che fece un voto alla Madonna giurando che, in caso di vittoria durante l’assedio dei franco-spagnoli a Torino, avrebbe fatto edificare un santuario a lei dedicato.
La visita alla piccola chiesa, dove è conservata la statua lignea della Madonna, nella cappella del voto, è gratuita, ma l’intero complesso è molto più ampio. E’ possibile, a seconda del tempo a vostra disposizione, visitare anche le tombe reali dei Savoia, gli appartamenti reali, la sala dei Papi, il chiostro e salire sulla cupola.
Avendo pianificato di fare anche un giro a Torino e, considerando gli orari delle visite disponibili (a proposito, non è possibile prenotare ingressi individuali online, quindi mettete in conto eventuali code in biglietteria, in cui sarete assistiti dal gentilissimo personale), ho optato per la sola salita alla cupola, a mio parere imprescindibile se vi trovate a Superga (costo del biglietto € 4,00).


Alla Cupola Juvarriana si accede a gruppi di una decina di persone, dopo aver acquistato il biglietto d’ingresso. La scala a chiocciola di 131 gradini conduce alla balconata esterna della cupola, protetta da ringhiera (l’accesso non è consentito ai bambini di età inferiore a sei anni). Il panorama merita la salita: di fronte a voi si staglierà Torino, con il Po e i suoi ponti, incastonata dalle montagne, leggermente innevate a inizio novembre. La giornata di sole ha reso ancor più piacevole la visita, velata tuttavia da una leggera foschia. Nelle giornate limpide, distinguerete alcune delle principali vette della catena delle Alpi.


Qualora voleste visitare anche le Tombe Reali, si tratta di un percorso guidato di circa 45 minuti, mentre l’appartamento reale era stato voluto da Vittorio Amedeo II che, nel progetto originale, voleva un luogo in cui potersi ritirare in vecchiaia. Alcune stanze del convento furono quindi destinate ai reali, come residenza d’appoggio mentre erano in visita a Superga.

Prima di andare via, non ho potuto fare a meno di rendere omaggio ai caduti della strage di Superga. A sinistra della basilica, costeggiandola, troverete il Monumento al Grande Torino, in memoria della strage aerea che avvenne il 4 maggio 1949, quando il volo di ritorno da Lisbona, dove era stata disputata l’amichevole col Benfica, precipitò, provocando la scomparsa di 31 persone tra i calciatori di quella imbattibile squadra, dirigenti, accompagnatori, giornalisti e membri dell’equipaggio. La lapide e la targa commemorativa non possono lasciare indifferenti.

Infine, in prossimità del parcheggio, ho scattato una foto alla facciata della Chiesa di Santa Maria di Superga, che colpisce per due mosaici su sfondo oro che raffigurano S. Giuseppe col bambin Gesù e la Madonna di Superga.
Il tempo a disposizione in questo luogo di pace e memoria è giunto al termine e, insieme alle amiche, mi sono spostata nella città di Torino, per godere dei raggi di sole nel Parco del Valentino. Avevo, infatti, il desiderio di scattare una foto alla panchina degli innamorati, che raffigura due lampioni in posa romantica.


Nel pomeriggio, tra una sosta al Caffè Florio per una cioccolata calda al gianduia e l’assaggio di una nuvoletta della pasticceria Ghigo, abbiamo passeggiato per l’elegante città e il lungofiume, fotografando alcuni dei suoi simboli, come la Mole Antonelliana e la Gran Madre. Infine, sosta per una rapida cena alla Baita dei sette nani per provare la pizza al padellino (o al tegamino), specialità piemontese cotta in una padella o in un tegame del diametro di circa 20 centimetri.


Spero che questa piccola gita novembrina, nel suo mix di pace, rilassatezza e golosità, vi sia piaciuta, tornerò presto con nuovi spunti di viaggio!