Avendo una settimana a disposizione, possono due appassionati di calcio giunti a Madrid limitarsi alla sola visita del Santiago Bernabeu, stadio del Real? Domanda retorica, visto che i biglietti per il tour del Wanda Metropolitano, stadio dell’Atlético di Madrid, li avevamo già acquistati online prima della partenza (€ 18,00), considerando la tappa imprescindibile.
Confesso che nelle stracittadine madrilene la mia simpatia è sempre andata verso l’Atlético, club dall’eccellente palmarès che ha avuto la sola sfortuna di condividere la stessa città con la società più titolata al mondo. Certamente, dopo avere visitato il Bernabeu, il museo all’interno del Wanda Metropolitano potrà sembrarvi decisamente più ridotto, ma parliamo comunque di 25 trofei nazionali e 8 internazionali.
Il Wanda Metropolitano è uno stadio di recente costruzione, avendo soppiantato nel 2017 lo storico Vicente Calderon (situato in un’altra parte della città e prossimo alla demolizione). Si raggiunge comodamente con la metropolitana, attraverso la Linea 7, fermata Estadio Metropolitano. Fuori dallo stadio, proprio accanto allo store, campeggia il motto del club: “Coraje y Corazon” (coraggio e cuore).

Il Wanda Metropolitano, stadio dell’Atletico Madrid
Il tour non è guidato, ma segue un percorso prestabilito, che conduce sugli spalti, tribuna d’onore inclusa, nel museo, negli spogliatoi, sul campo e nella sala stampa. Strada facendo, vi imbatterete in citazioni, spezzoni dei cori più famosi e maglie storiche. Lo stadio è suggestivo persino da vuoto, con i suoi seggiolini rossi dai quali si gode di una perfetta visuale sul rettangolo di gioco. Immaginatelo gremito di tifosi infuocati, piccole fiamme che accendono lo spettacolo. Nel nostro caso, abbiamo dovuto usare l’immaginazione anche per il verde del campo, visto che siamo capitati in piena fase di rizollatura e questo toglie sicuramente impatto alle foto. D’altronde, ci era sfortunatamente già capitato a Wembley qualche anno fa…

All’interno dello stadio dell’Atletico de Madrid
Concluse le foto di rito in panchina, nell’area tecnica e in sala stampa, ci siamo diretti nello shop per acquistare un paio di pantaloncini per Enri, che non è potuto partire con noi (e al quale ho promesso di farmi perdonare visitando insieme l’Amsterdam Arena, stadio dell’Ajax, quando riusciremo ad andare in Olanda).

La sala stampa del Wanda Metropolitano

L’area tecnica
Dopo pranzo abbiamo deciso di passare dallo sport all’arte, recandoci al museo Reina Sofia, nel quale è conservata “Guernica” di Picasso. Se siete appassionati di arte contemporanea, è il luogo che fa per voi: una collezione vastissima, che si sviluppa su più piani in un edificio moderno. Se, come me, prediligete l’arte medievale e rinascimentale, potete concentrarvi sulle opere più famose di Picasso e Dalì, tralasciando le sale più di nicchia. Tutte le opere sono fotografabili, tranne (ahimè) proprio Guernica, che avrei immortalato con piacere. Si tratta di un’opera che non può lasciare indifferenti: è il grido di orrore dell’artista contro la guerra, la violenza e la follia dell’uomo e rappresenta il bombardamento nazista, a sostegno del generale Franco, della città basca di Guernica nel 1937. Il bianco e nero rende perfettamente la drammaticità e ogni dettaglio è fortemente simbolico. La testa del cavallo massacrato, il toro che simboleggia la Spagna, la madre con il bambino persa in quell’orrore improvviso. Non c’è spazio per i colori in un mondo di devastazione e frammenti di corpi.

Uno dei disegni preparatori di Guernica

“Il grande masturbatore” di Dalì
Il mattino seguente, abbiamo invece dedicato la mattinata a Campo del Moro, parco nei pressi del Palazzo Reale nel quale non ci eravamo ancora recati. L’ingresso non è facilissimo da trovare, ma per non sbagliare annotate che si entra solo da Paseo Virgen del Puerto, inutile affannarsi per cercare altri cancelli aperti 🙂 Fu la regina Maria Cristina a trasformare Campo del Moro in un giardino all’inglese, posto più in basso rispetto al Palazzo Reale, motivo per cui la vista sull’edificio è indubbiamente la più suggestiva. Si tratta del parco ideale in cui trovare un po’ di frescura se ci si trova nei pressi della cattedrale e del palazzo.

Campo del Moro, vista sul Palazzo Reale
Nel pomeriggio, soste fotografiche alla Puerta de Alcalà e al Palacio de Cibeles (l’ex palazzo delle comunicazioni, oggi sede del comune), che fino a quel momento avevamo ammirato solo di sera. Se avete tempo, potete abbracciare Madrid con lo sguardo approfittando della vista dal Mirador del palazzo.

Palacio de Cibeles

Puerta de Alcalà
Il racconto del nostro viaggio a Madrid è giunto quasi al termine, ci resta solo un ultimo capitolo, dedicato alle “chicche” che vi consiglio di visitare se, come noi, avete a disposizione più dei 3 o 4 giorni che si dedicano normalmente alla capitale. L’ultimo giorno, il cui itinerario è nato quasi per caso, in realtà si è rivelato piacevolmente sorprendente!
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La Guernica ha emozionato anche me, anche se quando l’ho vista al Museo non mi aspettavo (o non ricordavo) che l’opera fosse in bianco e nero. Chissà perchè ero convinto che l’opera fosse a colori. Mah! Peccato che non fosse fotografabile, anche perchè quando l’ho visitata io, lontano 2009, non vi erano problemi di questo tipo. Comunque, un gran bel museo, tra l’altro visitato gratuitamente (il sabato pomeriggio la visita è – o era – gratuita).
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Pensavo si potesse fotografare e ammetto che un po’ mi è dispiaciuto non poterlo fare! Non sono un’esperta di arte contemporanea, quindi ammetto che alcune zone (ad esempio le esposizioni temporanee al piano terra) mi hanno lasciata un po’ perplessa 😅
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Anche a me… 🥴
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Non avendo mai visto la Guernica, mi limito allo stadio 😉 E devo dire che in questo campo – per rimanere in tema – ho una certa esperienza perché come forse ti ho già detto il mio compagno è appassionato di calcio quindi molto spesso mi “costringe” ad andare a vedere stadi di una squadra o dell’altra. Comunque anche da profana, devo ammettere che è una visita che merita, soprattutto negli stadi di certi club dove è impossibile non emozionarsi.
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Ricordavo la passione del tuo compagno per il calcio (e per i granata in particolare) 😊 Secondo me.alcuni stadi sono talmente iconici che la visita risulta piacevole anche per un non appassionato
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