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SORAGNA, ROCCA MELI LUPI: il principe, il fantasma e un incanto all’improvviso

La Rocca Meli Lupi è una delle meraviglie del circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza e rappresenta il cuore del piccolo borgo di Soragna. Edificata nel 1385 dai marchesi Bonifacio e Antonio Lupi, con il trascorrere del tempo ingentilì la sua natura di dimora fortificata, tramutandosi in una residenza sfarzosa e principesca. Non chiamatela Museo, però, perché la Rocca Meli Lupi è tuttora la residenza del Principe Diofebo VI e ciò contribuisce a darle un aspetto vissuto e vibrante che ne accresce il fascino.

Oltrepassati i leoni che ne ornano l’ingresso, si giunge in un ampio cortile dove, attendendo l’inizio della visita guidata, ho sbirciato con curiosità il materiale illustrativo. Proprio in quel momento, si è avvicinato con espressione sorridente un simpatico signore dagli occhi azzurri, accompagnato dal suo labrador color miele, che non lo perdeva di vista neppure per un attimo. Abbiamo iniziato a conversare piacevolmente, ma purtroppo ho dovuto interrompere la chiacchierata perché la guida era pronta a cominciare. Ciò che non sapevo, è che quell’uomo distinto e gentile era il Principe Diofebo in persona! A visita ultimata, si è offerto di accompagnarmi personalmente nelle stanze della Rocca per scattare qualche fotografia (cosa normalmente non permessa all’interno). Passeggiare insieme a lui tra le stanze deserte e silenziose dell’ala centrale al calar della sera, parlando con naturalezza, ha svelato il lato umano e quotidiano che si nasconde dietro allo sfarzo e all’accecante bellezza di una dimora sorprendente e ricca di storia.

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La Rocca Meli Lupi di Soragna

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Il cortile della Rocca Meli Lupi

Dopo aver varcato la soglia della Sala del Bocchirale, dal soffitto finemente affrescato e nella quale si trova un arazzo francese del ‘600, giungiamo nella Sala Rossa, così chiamata per il colore vivo delle pareti. A lasciarmi letteralmente senza fiato è la Sala degli Stucchi, trionfo barocco di stucchi e pitture che celebrano le gesta della famiglia Meli Lupi (a proposito, il doppio cognome è dovuto al fatto che nel 1513 il marchese Diofebo I Lupi, privo di eredi diretti, scelse come suo successore il pronipote Giampaolo I Meli, intrecciando così i cognomi e il destino delle due famiglie). Tornando alla Sala degli Stucchi, non è difficile immaginare gli splendidi balli che vi si tenevano un tempo, magari accompagnati dalle note di Vivaldi o di uno degli spartiti conservati nella preziosa collezione di famiglia.

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La Sala del Bocchirale

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La Sala Rossa

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La Sala degli Stucchi

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La sontuosa Sala degli Stucchi

Mentre camminiamo lungo la splendida Galleria dei Poeti, tripudio di affreschi e stucchi dal lungo corridoio con pavimento a scacchiera che converge verso la terrazza che si affaccia sul parco e il suo laghetto, il Principe si lascia trasportare dai ricordi di quando era bambino e pattinava in quel corridoio affrescato, nonostante il divieto di papà. Suo padre una volta lo colse in flagrante e lui, per la sorpresa, perse l’equilibrio e si fece male. “Dovrei punirti, ma vedo che hai già fatto da solo“, gli disse, chiudendo la questione senza infierire. Ma il giovane Diofebo era un bimbo vivace e dalle mille risorse, quindi non rinunciò a pattinare, ma semplicemente scelse di giocare in un’altra ala del castello 🙂 Scene di vita quotidiana che non immaginavo potessero essere accadute in quella galleria così maestosa e che è stato emozionante sentire raccontare in prima persona da chi le ha vissute.

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La Galleria dei Poeti

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Sulla Rocca Meli Lupi aleggia anche un alone di mistero, dovuto alla morte violenta, risalente al 1573, della moglie di Diofebo II Meli Lupi, Cassandra Marinoni. Lucrezia, sorella di Cassandra, aveva sposato il conte Giulio Anguissola che, presumibilmente per cercare di impossessarsi dell’eredità della moglie, ne commissionò il delitto. Un destino crudele volle che Cassandra quel giorno si trovasse proprio in visita presso la dimora della sorella, restando così vittima delle pugnalate dei sicari assoldati dal cognato. Trasportata immediatamente a Soragna, Cassandra si spense nella Rocca, assumendo negli ultimi aliti di vita un colore cinerino dal quale deriva il soprannome di “Donna Cenerina“. Si dice che il fantasma di Cassandra aleggi ancora nelle stanze della Rocca Meli Lupi e si palesi annunciando sinistri presagi ai componenti della famiglia.  Donna Cenerina, però, è anche in grado di compiere un gran baccano, con tanto di porte e finestre sbattute, se viene ospitata all’interno della dimora una persona a lei non gradita. Su questo ho preferito non fare domande al Principe, ma la nostra visita è stata tranquilla, senza interruzioni da parte di presenze soprannaturali, quindi fortunatamente per lo meno non ero un’ospite indesiderata. Il ritratto della sfortunata Cassandra è visibile sopra la porta della Sala del Biliardo, detta anche Galleria degli Antenati poiché ospita i ritratti di famiglia.

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La Sala del Biliardo: sopra la porta è appeso il ritratto di Cassandra, “Donna Cenerina”

Dalla Cappella di Santa Croce alla Sala da Pranzo, ogni stanza è una scoperta. All’improvviso io e il Principe ci ritroviamo a parlare di cani, una passione che abbiamo in comune. Aprendo una finestra che volge sul cortile, chiama due labrador, rispettivamente moglie e figlia del cagnolone che ci accompagna. Inevitabilmente, il pensiero volge a quanto affetto incondizionato sappiano dare queste creature. Mi racconta che nel parco sono seppelliti i suoi precedenti cani e vicino ad ogni tomba è stata fatta crescere una pianta in loro ricordo. Un velo di nostalgia scende su entrambi, so cosa si prova quando si perde un amico a quattro zampe. Poi mi ritrovo a pensare al contrasto tra lusso e semplicità e a quanto siamo tutti più simili di quanto pensiamo di fronte al dolore, non importa quale sia la nostra estrazione sociale. Quel parco all’inglese, così romantico, che ci aveva mostrato la guida all’imbrunire, ora nella mia fantasia si popola di corse a perdifiato, legnetti lanciati, momenti di gioia, spontaneità e una lacrima che affiora nel momento dell’addio.

Giungiamo alla Sala d’Armi (in cui si trovano alabarde, fucili, spade e persino un cannone) e l’atmosfera torna ad essere spensierata: il Principe mi racconta persino una barzelletta in genovese e mi svela il suo affetto per la mia città natale. L’ultima stanza dell’ala centrale è la Galleria delle Monache, che oggi raccoglie cimeli preziosi e reperti storici appartenuti alla famiglia Meli Lupi, tra cui una carrozzina, una macchina elettrostatica, capi d’abbigliamento, onorificenze e persino un velocipede. Ogni oggetto sembra sussurrare la sua storia.

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La Sala d’Armi

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La Galleria delle Monache

Usciti dall’ala centrale, saliamo lo scalone in marmo ornato da statue e raggiungiamo il piano nobile, in un crescendo di sfarzo che comincia con la Grande Galleria (in cui vengono raccontate le gesta della famiglia Meli Lupi) e prosegue con la Sala delle Donne Forti (che illustra le storie bibliche di  Giuditta ed Oloferne e Giaele e Sisara). Il culmine si raggiunge nella Sala del Trono e soprattutto nella Camera degli Sposi, in cui predominano le tonalità del rosso e dell’oro, in un’atmosfera barocca che diventa quasi rococò nell’anticamera, nella camera stessa e nel boudoir (Salottino).

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La Sala delle Donne Forti

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La Camera degli Sposi

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La Sala del Trono

Non ho foto scattate da me da mostrarvi dell’ala destra, che ho visitato solamente insieme alla guida per non approfittare della gentilezza del Principe, ma vi mostro attraverso una foto del sito ufficiale della Rocca la splendida Sala delle Grottesche. Di forte impatto anche la Sala Gialla.

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La Sala delle Grottesche (foto tratta da http://www.roccadisoragna.it)

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Lo scalone da cui si accede al primo piano e all’ala sinistra

Al termine della passeggiata, ho raggiunto nel cortile Enri e mi sono gustata la sua espressione stupita quando ho esclamato: “Ti presento il principe Diofebo!“. Non capita tutti i giorni, no? L’unico rammarico è di non avere pensato a scattare una foto ricordo insieme a lui!

Ma quindi, al termine di questo lungo racconto, perché vi consiglio di visitare la Rocca Meli Lupi? Perché si tratta di una dimora splendida, che vi farà sognare con i suoi preziosi arredi, con i suoi affreschi e con la storia delle famiglie Meli e Lupi, che ripercorre secoli di lotte e lustro del casato. Soprattutto, però, vi colpirà l’anima di questa dimora: una rocca, un castello, ma soprattutto ancora una casa. E il calore del focolare domestico si avverte anche nella semplice e dolce immagine di un uomo sorridente che passeggia con il suo adorato cane.

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L’ingresso principale della Rocca Meli Lupi

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Informazioni pratiche – Come arrivare: Soragna si trova a 27 km da Parma e per raggiungere la Rocca Meli Lupi in auto occorre uscire al casello di Fidenza-Salsomaggiore (Autostrada A1). Se preferite utilizzare il treno, la stazione più vicina è a Fidenza (distanza 10 km). Da Parma e Piacenza partono inoltre tour organizzati e bus navetta per raggiungere i Castelli del Ducato.

Costo del biglietto: intero € 9,00, bambini dai 6 ai 13 anni € 4,00. Gruppi (min. 15 persone) e possessori di Card del Ducato € 8,00. Studenti fino a 18 anni € 5,00.

Orari: da gennaio a marzo 9/11* e 14.30/17.30*; da aprile al 15 ottobre 9/11* e 15/18*; dal 16 ottobre a dicembre9/11* e 14.30/17.30*. (*Inizio ultima visita). Chiuso il lunedì non festivo o in caso di manifestazioni che talora si svolgono all’interno della Rocca.

Tipo di visita: guidata

Parcheggio: ampio e gratuito, a pochi minuti a piedi dalla Rocca

Cani: i cani di piccola taglia sono ammessi, purché tenuti in braccio.

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18 pensieri su “SORAGNA, ROCCA MELI LUPI: il principe, il fantasma e un incanto all’improvviso

  1. L'OrsaNelCarro Travel Blog ha detto:

    Wow che sale magnifiche, una più preziosa dell’altra… io avrei avuto difficoltà a stare dietro contemporaneamente alla guida e agli scatti fotografici dappertutto! Che tenera la storia dei cani sepolti sul posto *_* neanche io ho mai voluto separarmi dalla mia gatta. Pensa che è sepolta sul balcone in un grosso vaso rettangolare 😦
    Hai avuto una gran bella fortuna ad accompagnarti con il padrone di casa, nonché principe pattinante in persona! 😉
    Buona domenica Serena!

    Piace a 1 persona

  2. La valigia di Cassandra ha detto:

    Adoro le foto dei castelli: ti fanno proprio respirare l’aria di una vita antica, che appartiene a un altro mondo.
    Di solito, quando partecipiamo a visite del genere, io seguo la guida, Aramis fa tutte queste foto: scatta praticamente ogni piccolo dettaglio, mentre io amo ascoltare le storie.
    Complimenti a te, quindi…e un bacione! :*

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    • SognandoViaggi ha detto:

      Enri è proprio come te, ama ascoltare soprattutto le storie e lascia tutte le foto a me, che cerco di tendere un orecchio verso la guida e contemporaneamente dare un’occhiata a tutto ciò che mi colpisce di più per immortalarlo 🙂 Un abbraccio e buona giornata!

      Piace a 1 persona

  3. Lemurinviaggio ha detto:

    Sale e affreschi incantevoli ! Tolgono il fiato. Chissà quale caratteristica deve avere un ospite per non essere gradito e suscitare marasmi …. ci immaginiamo lo sventurato con labbrino inferiore sporgente dire “ma perchè non mi vuoi? 😦 “

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