Sole, arte, storia, buona tavola e contrasti. La Sicilia è stata terra di romani, arabi, bizantini, normanni, spagnoli, dominazioni che si sono susseguite lasciando tracce che ancora oggi si riflettono in un connubio di stili stratificati e affascinanti. La mia prima volta in questa regione ha avuto come tappa principale Palermo e ho avuto la fortuna di visitarla in compagnia di una cara amica nata e cresciuta in quella città. L’itinerario che vi propongo, dunque, non solo a mio parere è l’ideale per scoprire Palermo e dintorni in tre giorni, ma è “certificato” da chi conosce tutti i volti di un capoluogo che mi ha fatto venire voglia di tornare, magari per un bell’on the road.
Prima di partire: volo, spostamenti da/per aeroporto e consigli per organizzare il viaggio
Ho raggiunto Palermo con un volo diretto Ryanair da Genova (durata: un’ora e mezza), trovato a prezzo contenuto nel mese di ottobre. Periodo a mio avviso ideale per visitare la città, così come la primavera. D’estate, infatti, si raggiungono temperature torride che renderebbero gli spostamenti più provanti. A ottobre, invece, oltre a un clima mite e piacevolissimo (di giorno ho passeggiato in abiti estivi e la mattina presto bastava una giacca leggera), si registra meno affollamento e non ho mai fatto lunghe code all’ingresso dei principali monumenti.
Come muoversi da/per l’aeroporto? Innanzitutto, tenete presente che l’aeroporto di Palermo si trova a Punta Raisi, a circa 45 minuti/un’ora dalla città. Avete diverse opzioni: all’andata, viaggiando da sola ed essendo arrivata a mezzanotte, ho optato per il taxi (che è però il mezzo più caro). Lo sconsiglio perché, nonostante abbia diviso la corsa con altre persone, ho speso 40,00 €. Meglio optare per un taxi collettivo, che dovete prenotare almeno 24h prima contattando telefonicamente le due cooperative che propongono questo servizio. In questo caso, il prezzo è di 10,00 € (8,00 € all’andata, per la precisione, e 10,00 € da Palermo città all’aeroporto, con fermate prestabilite). Attenzione però a prepararvi un piano B perché se non viene formato un gruppo la corsa non è confermata.

Comodi ed economici il treno e il pullman. Al ritorno ho optato per il treno che in circa un’ora conduce dalla stazione di Piazza Lolli all‘aeroporto (ferma proprio nella sotterranea, è sufficiente salire le scale mobili e sarete già in aeroporto). Il costo è di pochi euro.
Per quanto riguarda il pullman, potete consultare gli orari sul sito di Prestia e Comandé; è un servizio economico (circa 6,00 €), comodo, con diverse fermate in centro. È attivo dall’aeroporto dalle 5:00 del mattino all’una di notte.


Consigli utili per visitare Palermo: in città vi potete tranquillamente spostare a piedi per raggiungere le principali attrazioni e i mercati più lontani. Palermo è in piano, quindi non è faticoso coprire le distanze camminando. Sono ricorsa all’autobus solo per raggiungere i dintorni: Monreale e Mondello (ve ne parlo tra qualche paragrafo). Portate con voi il kit di sopravvivenza di ogni viaggio: acqua, scarpe comode, telefono carico e powerbank. Partite con abiti leggeri, spalmate un po’ di crema solare e soprattutto lasciate spazio vuoto in valigia per fare incetta di provviste! La cucina siciliana è una tentazione continua e non potete privarvi, almeno, di arancine e cannoli da portare a casa! Per chi ama lo shopping, aggiungo che ho avvistato negozi molto carini a prezzi decisamente convenienti per chi vive al nord.
Una piccola avvertenza: Palermo è splendida, ma il problema dei rifiuti è evidente. Troverete spesso sporcizia lungo le strade, spazzatura ai lati del marciapiede ed è un vero peccato. In autunno non ho avvertito particolari odori, ma temo che in estate, col caldo e l’affluenza turistica massiccia, alcune zone possano essere meno piacevoli. Nonostante questo, la città e i suoi abitanti sono accoglienti e ospitali, troverete arte ed edifici imperdibili, aree verdi, insomma, è comunque molto piacevole da scoprire ed è una meta che mi ha lasciato sensazioni piacevolissime.
Il mio itinerario a Palermo e dintorni
Giorno 1: il centro storico di Palermo
La mia amica abita in pieno centro, a circa venti minuti da Piazza Politeama, quindi abbiamo iniziato la nostra visita dal quartiere in cui si trova il Tribunale. A pochi metri sorge il mercato del Capo, luogo perfetto in cui iniziare a immergervi tra i sapori e i profumi della cucina palermitana. Non perdetevi le bancarelle che espongono street food e souvenir, ma non dimenticate di visitare anche alcune delle tante chiese che costellano la zona. Sono una diversa dall’altra, quindi lasciatevi guidare da curiosità e istinto. Un esempio è la splendida Chiesa monumentale dell’Immacolata Concezione.


A Palermo è piacevole anche passeggiare con lo sguardo rivolto verso l’alto, ammirando i palazzi liberty restaurati – oggi alcuni sono strutture ricettive – e quelli più segnati dal tempo. Una via imperdibile è via Maqueda, che attraversa il centro storico e si incrocia, ai Quattro Canti, con Corso Vittorio Emanuele. Lungo la via Maqueda, non mancate di fermarvi a fotografare il Teatro Massimo (teatro principale di Palermo, ma è interessante anche il Teatro Politeama, non molto distante), i Quattro Canti e la fontana Pretoria.


In via Maqueda, mi sono fermata a visitare anche la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini.



I Quattro Canti sono una piazza particolarissima, di forma ottagonale e situata all’incrocio tra via Maqueda e corso Vittorio Emanuele. Gli angoli della piazza sono occupati da quattro edifici in cui spiccano delle splendide fontane barocche di marmo, che rappresentano le quattro stagioni. Le sculture sono organizzate su più livelli: in basso le fontane con le allegorie delle stagioni e, ai piani superiori, sculture di sovrani spagnoli e, nella parte più elevata, allegorie di santi. Questa piazza è il cuore del centro e divide la zona in quattro quartieri.

Poco più avanti, si trova un’altra chicca: la fontana Pretoria con il suo trionfo di marmo. In questa piazza, detta anche Piazza della Vergogna per la nudità delle statue, si trovano anche la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria e il municipio.

Proseguiamo quindi sino a una piazzetta magnifica, piazza Bellini, su cui si affacciano ben tre edifici imperdibili: il monastero e la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, la Chiesa della Martorana (o Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio) e la Chiesa di San Cataldo.

Fate il biglietto per il complesso di Santa Caterina e visitate prima la chiesa (un tripudio di decori barocchi), poi il monastero e il chiostro. Si tratta di un ex convento e il percorso consente di visitare anche le celle e le terrazze, per una magnifica vista di Palermo dall’altro. Nel chiostro oggi si trova una pasticceria (ma mi dicono sia “turistica”, ne troverete con prezzi migliori e ancora più buone, come Scimone, la Pasticceria Cappello o Spinnato).





La Chiesa della Martorana era chiusa al momento della mia visita, quindi sono entrata nella romanica Chiesa di San Cataldo che mi ha colpita per l’architettura esterna arabeggiante.
Dopo un pranzo a base di arancina al burro (o, se preferite, al ragù) e una sosta in pasticceria per una brioche con gelato e una granita, è il momento di visitare la Cattedrale di Palermo. L’impatto esterno dell’architettura arabo-normanna è imponente e lascia senza fiato. Accanto sorge inoltre una gigantesca raffigurazione di Santa Rosalia, protettrice della città.


Salire sulle terrazze della cattedrale per ammirare il panorama dall’alto è un’altra delle esperienze da non perdere. Se preferite, potete optare per un biglietto combinato che consente anche l’accesso alla cripta, alle tombe reali e al tesoro.





Poco prima del tramonto, ho concluso la giornata di visite con il Palazzo dei Normanni (o Palazzo Reale), che ospita, tra i suoi tesori, la Cappella Palatina con i suoi mosaici bizantini. Accanto al palazzo, la Porta Nuova, una delle porte d’accesso superstiti della città. Il biglietto completo consente l’accesso alla cappella, agli appartamenti reali, ai giardini e ad eventuali mostre temporanee (al momento della mia visita quella fotografica di Elliott Erwitt).


Prima di tornare a casa, però, tappa golosa alla Pasticceria Cappello, dove è stata inventata la torta sette veli. In generale, durante le vostre giornate a passeggio per Palermo lasciatevi sedurre senza alcuna riserva dallo street food (crocché, cuoppi, arancine, panelle, per i più temerari panino con la meusa, ossia la milza, sfincioni) e dalle golosità della pasticceria (cannoli, brioche con gelato, granita, cassata, dita d’apostolo che ho assaggiato da Scimone, frutta martorana a base di farina di mandorle ecc.).



Giorno 2: i mercati di Vucciria e Ballarò, i ficus e La Cala
La mattinata del secondo giorno è dedicata ad altri due mercati tipici. Si comincia con la Vucciria e, prima ancora con una tappa alla chiesa di San Domenico per visitare la tomba di Giovanni Falcone, luogo dove molte persone gli rendono omaggio. Accanto alla piazza, sorge l’inizio della Vucciria che oggi ha meno banchi del passato e più locali per la movida serale (non sempre tranquilla, a quanto mi è stato detto). Di giorno, però, potete approfittarne per pranzare. Noi abbiamo scelto una trattoria tipica, Da Totò, in cui ho mangiato un’ottima pasta alla palermitana, melanzane alla parmigiana e assaggiato la pasta alla norma ordinata dalla mia amica. Tutto ottimo e, come sempre accade da queste parti, abbondante.



L’altro mercato è quello di Ballarò, noto per la parte ortofrutticola e per il “folklore” dato da musica e richiami dei venditori. In tutta onestà, turisticamente ho preferito Il Capo. Ballarò con la sua folla, gli odori e il caos, le bancarelle ammassate e gli edifici diroccati del quartiere può risultare un po’ destabilizzante. Se non avete abbastanza tempo, preferitegli altri tipi di visita. Indubbiamente, però, offre un altro spaccato della Palermo dei contrasti. In tutti i mercati, come in ogni città, ricordate di prestare particolare attenzione a borse e oggetti di valore.




Dopo pranzo, breve sosta per ammirare i ficus secolari nel piccolo parco di Villa Garibaldi e poi a piedi oltre la Porta Felice, per due passi alla Cala, il porticciolo turistico. Qui, su un edificio dall’altra parte della strada, si trova inoltre il murale dedicato a Falcone e Borsellino.


Giorno 3: il duomo di Monreale e le Catacombe dei Cappuccini
Il terzo giorno, un lunedì, mi sono trovata a organizzare una gita fuori porta in autonomia per occupare la mattinata, mentre la mia amica lavorava. La scelta è ricaduta su Monreale e non potrei averne fatta una migliore! Da solo, il duomo vale il viaggio. Dedicherò a Monreale un articolo esaustivo, ma intanto vi fornisco i consigli utili su come raggiungerla. L’autobus da Palermo è comodissimo, io ho preso il 389 al capolinea di Piazza Indipendenza (vicino al Palazzo dei Normanni). La frequenza è ogni 40 minuti e il biglietto, che si può fare anche direttamente sull’autobus, costa 1,40 € con validità 90′ (o 3,50 € il giornaliero). Comodamente seduta, ho raggiunto Monreale in circa mezz’ora.

Il duomo di Monreale presenta magnifici mosaici bizantini, un tripudio di tessere d’oro da sindrome di Stendhal. La visita comprende la chiesa, il Museo Diocesano, la cappella Barocca-Roano che ospita il tesoro e la salita alle Torri Campanarie con le loro terrazze, che costituiscono un magnifico belvedere sino a Palermo. Molto bello anche il chiostro.


Di ritorno da Monreale, visto che avevo ancora tempo a disposizione, ho fatto una sosta fotografica al Castello della Zisa (era giorno di chiusura) e mi sono recata alle Catacombe dei Cappuccini, altro unicum di Palermo. Se siete impressionabili, partite preparati: all’interno troverete centinaia di corpi mummificati, molti posizionati appesi ai lati di lunghi corridoi. Scheletri ben visibili, vestiti, suddivisi in donne, uomini, monaci, famiglie, professionisti. Spicca e commuove la teca della piccola Rosalia Lombardo, bimba di due anni che morì nel 1920. Il costo del biglietto di ingresso è di 5,00 €. Un’esperienza forte, ma a mio avviso da fare. All’interno, attraverso un QR code, è possibile leggere la storia di questo luogo particolare ed evocativo. Non è possibile scattare foto.

Io ho dedicato il pomeriggio ai momenti in compagnia della mia amica e di suo figlio, che non vedevo da ben otto anni, ma vi lascio altri luoghi di Palermo da poter visitare: la Chiesa del Gesù di Casa Professa, la Palazzina Cinese e Palazzo Villafranca dei Principi, dove riposò Garibaldi prima dell’impresa dei Mille.
Ultimo giorno: Mondello e la sua spiaggia prima di ripartire
Potevo concludere il mio viaggio a Palermo senza vedere coi miei occhi il celebre mare di Mondello? Ovviamente no! Eccomi quindi di nuovo pronta a una piccola gita fuori porta in autonomia, questa volta prendendo l’autobus 806 da Piazza Sturzo, proprio accanto al Teatro Politeama. In circa mezz’ora ho raggiunto il borgo marinaro di Mondello, la spiaggia per eccellenza dei palermitani. Scendete alla fermata Principe di Scalea, vicino al ristorante La Sirenetta, per iniziare la passeggiata dall’inizio del lungomare (al ritorno, vi basterà attraversare la strada per tornare a Palermo con lo stesso autobus, la fermata è proprio di fronte).
Visitarla a ottobre è stata la scelta vincente: i tanti stabilimenti presenti in estate erano stati ormai smantellati e quindi ho potuto fotografare la spiaggia libera, con la sua sabbia chiara e l’acqua trasparente. Arrivando di buon mattino, mi sono goduta una passeggiata sulla spiaggia e sul lungomare, fiancheggiato da ville e in cui spicca uno stabilimento balneare liberty, immersa nel silenzio e nella pace. Una Mondello diversa da quella affollata e vivace dell’alta stagione, perfetta per ciò che cercavo.

Nel borgo, protetto dal monte in cui sorge anche il santuario di Santa Rosalia, si trovano una torretta e il porticciolo dei pescatori che, tra barche colorate e acqua dai riflessi verde smeraldo, mi ha colpita.

C’è tempo ancora per recuperare la valigia, gustare un calzone al forno siciliano e una mini cassata per un pranzo al volo con la mia amica al Bar Mille Luci e poi via a piedi verso la vicina stazione di Piazza Lolli per prendere il treno che mi ha portata in aeroporto.
Palermo, anche per merito della straordinaria guida che è stata la mia amica, che mi ha fornito curiosità e mostrato angolini che rischiavano di sfuggirmi, mi ha trasmesso sensazioni bellissime. E’ una città vivace, eppure rilassata, estremamente accogliente (i suoi abitanti hanno un’indole ospitale genuina, sono sempre a disposizione per dare indicazioni e non lesinano sorrisi), golosa (abbandonate la dieta, dovete assaggiare tutto!) e ricca di arte e storia. Come vi dicevo, è ricca anche di contrasti (ad esempio, abbiamo incontrato un signore che viveva in un appartamento di 400 mq in una via di negozi di lusso, ma anche visto panni stesi in edifici diroccati in cui non ci si aspetterebbe che qualcuno potesse vivere), dai molti volti, in cui folklore, tradizioni e religiosità (vedi processioni) sono molto sentite, ma allo stesso tempo con una vocazione turistica in costante via d’espansione. Palermo va vista almeno una volta nella vita e io ho l’assoluta certezza che tanti altri meravigliosi luoghi della Sicilia mi aspettano in futuro. Un solo assaggio non basta!