L’ISOLA DEI COLORI: COSA VEDERE A PROCIDA

Durante una vacanza a Napoli, vale la pena ritagliarsi una o più giornate per andare alla scoperta delle isole del Golfo. Le più vicine sono Procida, Ischia e Capri, raggiungibili in traghetto o aliscafo dal porto di Napoli. Avendo complessivamente appena tre giorni e qualche ora, abbiamo dedicato a Napoli due giorni intensi, per poi spostarci almeno a Procida, l’isola dai colori accesi e vivaci. Una giornata partendo di buon mattino e rientrando nel tardo pomeriggio consente infatti di esplorarne i punti salienti – l’isola ha una superficie di 3,7 km² e il suo perimetro misura 16 km.

L’isola di Procida dal belvedere di Callìa

Come arrivare a Procida da Napoli

La compagnia che collega Napoli a Procida è la Caremar e sono disponibili collegamenti in aliscafo (45 min di navigazione) o traghetto (1 ora). I biglietti possono essere acquistati online con un leggero sovrapprezzo (il check-in andrà effettuato ai totem presenti accanto alla biglietteria fisica) oppure al momento, in porto, a Calata Porta di Massa per i traghetti e Molo Beverello per gli aliscafi. Preferendo verificare che le condizioni meteo fossero adeguate – mare non troppo mosso e giornata non piovosa, visto che la notte prima c’era stato un acquazzone -, abbiamo affrontato la coda e fatto i biglietti il mattino della partenza, salpando più tardi rispetto a quanto preventivato. La puntualità non è stata il punto forte della compagnia (mezz’ora di ritardo all’andata e altrettanta al ritorno), ma in generale i ritmi in questa zona mi sono parsi molto “rilassati”, quindi mi sono adeguata al mood con filosofia, mettendo in conto che in poche ore avrei potuto visitare soltanto un versante dell’isola. Oltre alla Caremar, anche gli aliscafi della SNAV collegano Napoli e Procida.

L’arrivo all’isola di Procida

Cosa vedere a Procida: itinerario breve e itinerario completo

Di Procida, ciò che colpisce fin dall’attracco, sono i colori. File di casette colorate, addossate le une alle altre in un susseguirsi di tinte pastello, che si fanno più accese non appena i raggi di sole ne illuminano le facciate. A Procida, vi suggerisco sì di seguire i cartelli che indicano il percorso turistico – molto ben segnalato -, ma allo stesso tempo di perdervi a fotografare angolini, scorci, panorami, dettagli variopinti, porte colorate, barche e gabbiani, per coglierne l’essenza.

Le imbarcazioni che collegano Procida alla terraferma attraccano a Marina Grande, cuore pulsante delle attività turistiche dell’isola. Tra i punti di interesse, il crocifisso ligneo del 1845, la chiesa di Santa Maria della Pietà e la spiaggia delle Grotte.

Il crocifisso ligneo di Procida

La salita al centro storico non sarà del tutto immersa nella quiete, perché non mancheranno scooter e qualche auto di residenti incuneatisi nelle vie strette, ma rispetto alla caratteristica confusione di Napoli, qui si respira un’aria a misura d’uomo. Ho particolarmente apprezzato che la vocazione turistica dell’isola non ne abbia snaturato il paesaggio, che resta armonioso, come si nota dalla splendida vista dall’alto dal belvedere di Marina Corricella.

I colori dell’isola di Procida

Dopo aver fatto tappa in uno dei negozi di souvenir – che tra calamite. ceramiche dipinte e manufatti artigianali risultano deliziosi e originali – siamo saliti verso Marina Corricella, il suggestivo borgo di pescatori più antico di Procida. Salendo al borgo, si incontra il bel Santuario di Santa Maria delle Grazie, in stile barocco. Impossibile a questo punto non fermarsi nella terrazza di Procida, Semmarezio, per un primo magnifico scorcio dell’isola.

Non perdetevi, salendo ancora, la sosta fotografica al belvedere di Callìa. Da Marina Corricella si può beneficiare della vista sul promontorio di Terra Murata.

Palazzo d’Avalos visto da Marina Corricella

Salendo verso Terra Murata, il panorama si fa ancora più spettacolare: se avete tempo, potete visitare il Cinquecentesco Palazzo d’Avalos e l’Abbazia di San Michele. Non molto distante, si trova anche l’ex carcere, anch’esso visitabile.

Procida – L’abbazia di San Michele

Scendendo di nuovo verso Marina Corricella, non dimenticate di fare un salto in Piazzetta Troisi, dove troverete casette colorate d’azzurro, rosa e giallo, ma anche il ristorante del film “Il postino”.

Marina Corricella e la piazzetta con la locanda de “Il postino”

Se siete appassionati di cinema, un’altra tappa imperdibile è la Spiaggia del Pozzo Vecchio, più nota come la spiaggia de “Il postino”, film con Massimo Troisi e Maria Grazia Cucinotta che vinse l’Oscar come miglior colonna sonora nel 1996 (a fronte di cinque candidature). Il modo migliore per raggiungerla è prendere l’autobus che collega il porto con il cimitero (evitate invece, se potete, i taxi: prezzi esorbitanti per cinque/dieci minuti di corsa). Prima di acquistare il biglietto, informatevi sulla frequenza delle corse. La spiaggia è piccola e fortunatamente al nostro arrivo era deserta per via della giornata ventosa (di norma, è meta di molti turisti). Colpisce la scritta sul muro che la delimita: “Ascolta i ritmi lenti dettati dal mare e dal vento”. Se vi piacciono le frasi e citazioni, tenete gli occhi aperti (anche durante la corsa in bus al ritorno) perché qua e là ne vedrete sparse per l’isola di Procida.

La spiaggia che compare nel film “Il Postino” di Massimo Troisi

Tra i luoghi di interesse che non abbiamo avuto tempo di raggiungere, ma che meritano la visita se avete a disposizione un maggior numero di ore rispetto a noi, segnalo Marina Chiaiolella (con il porto turistico e il Santuario di S. Giuseppe), il faro di Procida (che ho fotografato dal mare ed è davvero suggestivo, risalente al XVI secolo) e l’isola di Vivara, collegata a Procida da un ponte e oggi oasi naturalistica protetta, accessibile con guide abilitate. Un tempo quest’isolotto era unito a Procida da una falesia.

Il faro di Procida visto dal mare

Cosa mangiare a Procida

Ovviamente, il pesce la fa da padrone nella cucina tipica di Procida, così come il limone, agrume tipico della zona. Spaghetti al limone, insalata di limoni, pasta con melanzane e pesce spada sono solo alcuni dei piatti che potranno deliziarvi. Se non amate il pesce, sappiate che è famoso anche il coniglio alla procidana, con pomodorini ed erbe aromatiche. Se preferite i dolci, quelli tipici sono le lingue di Procida, dolcetti di pasta sfoglia ripieni di crema al limone.

Perché vale la pena visitare Procida?

Vale la pena visitare Procida perché i suoi colori coccolano lo sguardo e il suo mare e i profumi sono la perfetta integrazione alla vivacità e all’arte che avrete modo di sperimentare e vivere a Napoli. Inoltre, vedere da vicino l’isola che ha ispirato “L’isola di Arturo” di Elsa Morante e “Il postino” di Massimo Troisi è un’esperienza che gli animi sensibili apprezzeranno particolarmente. Peccato non avere avuto tempo di proseguire con il traghetto alla volta di Ischia e altre isole del Golfo di Napoli, ma… sarà per un’altra occasione!

Potrebbe interessarti anche…

5 pensieri su “L’ISOLA DEI COLORI: COSA VEDERE A PROCIDA

  1. Lisa Trevaligie Travelblog ha detto:
    Avatar di Lisa Trevaligie Travelblog

    Nonostante la vicinanza ( vivo a Gaeta ), non ho ancora avuto modo di visitare Procida. Spero di poterla raggiungere in barca appena possibile, magari anche uno dei prossimi week end. Credo che settembre sia il mese perfetto per godersi queste isole che, in alta stagione, sono davvero infrequentabili!

    Piace a 1 persona

Lascia un commento