“Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno…“. L’inconfondibile incipit de “I promessi sposi” introduce soavemente i ricordi di viaggio di oggi, anche se la località che ho avuto il piacere di visitare non è la Lecco attuale a cui si riferiva Manzoni, bensì Como, tappa sulla via del ritorno dopo una giornata trascorsa a Lugano.
I laghi sono per antonomasia luoghi di relax e serenità, ideali per staccare la spina o riprendersi da un periodo critico. Sono molto legata a questo piccolo viaggio, perché mi ha distratta a pochi giorni dal primo intervento al quale mi sarei dovuta sottoporre per via dell’endometriosi. Tutte le paure e i pensieri negativi sono scomparsi per 24 ore e sono stati sostituiti da energie positive e tanta voglia di lottare contro le difficoltà per godersi la vita, la famiglia, gli affetti e il bello che il mondo offre.
Como è una città molto graziosa, delimitata da colline che digradano dolcemente e affacciata sulle acque del lago. Non essendo particolarmente estesa, è una località da percorrere a piedi, cominciando dal suo centro storico. Il luogo più caratteristico è la piazzetta in cui sorge il Duomo, affiancato dal Palazzo del Broletto e dalla Torre Civica. Potere civile e religioso sono l’uno accanto all’altro e la particolarità è che ogni costruzione sembra essere la continuazione dell’altra per quanto sono ravvicinate. Il Duomo è dedicato a Santa Maria Assunta e presenta tre navate, suddivise da colonne. L’architettura è gotica, ma nell’abside si trova un altare barocco.
Scendiamo e finalmente scorgiamo il lago di Como: il lungolago è una passeggiata di circa 3 km e lungo il percorso si incontra Villa Olmo, che nel corso della sua storia ospitò personaggi illustri come Napoleone o Garibaldi, e il Tempio Voltiano, candida costruzione in stile neoclassico dedicata ad Alessandro Volta che ricorda gli elementi del pantheon, ma nello stesso tempo anche le ville palladiane.
Facendo il percorso a ritroso, torniamo nel centro storico e ci fermiamo per alcuni scatti in prossimità di Porta Torre, la fortificazione che difendeva l’accesso principale alla città. La porta, alta 40 metri, è molto particolare: all’esterno presenta solo una minuscola apertura, mentre nella parte che si affaccia all’interno è caratterizzata da quattro ordini di arcate, che un tempo corrispondevano ai quattro piani interni andati distrutti.
La nostra breve gita è già conclusa, ma è riuscita nell’intento di farci evadere dalle preoccupazioni, regalandoci altri bei ricordi che arricchiranno i nostri album di viaggio, ma soprattutto il nostro essere.
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