Grottesco, originale e molto divertente. Un percorso tra mostri in pietra, figure mitologiche e bizzarre sculture immerso nella tranquillità di un bosco che contribuisce ad avvolgerlo in un alone di mistero. Il Parco dei Mostri o Sacro Bosco di Bomarzo, seconda meta del nostro itinerario tra Tuscia e via Tiburtina, è una tappa che vi consiglio di non perdere: non si tratta solo di un’avventura per i più piccini, ma decisamente di un percorso singolare e sorprendente anche per i più grandi.
Il Parco dei Mostri nasce nel XVI secolo per volontà del principe Pier Francesco Orsini, detto Vicino, il quale commissionò all’archietetto Pirro Ligorio un progetto decisamente singolare, dedicato alla moglie, Giulia Farnese. Non un parco dalla bellezza classica, in cui passeggiare ammirando sculture eteree e perfette di dei dell’Antica Grecia, bensì un percorso misterioso e criptico, che incuriosisse (e intimidisse) gli ospiti meno eruditi, mettendo alla prova la loro preparazione culturale. Alcune sculture, infatti, sono accompagnate da frasi e citazioni in latino che spesso, anziché, fornire una spiegazione, confondono il visitatore. Un percorso enigmatico (una delle ipotesi è che potesse essere addirittura legato all’alchimia) e per questo unico ed affascinante.

L’ingresso del Sacro Bosco e il paese di Tivoli in lontananza
All’ingresso viene consegnata una mappa, da seguire rigorosamente per non perdere le sculture che si celano tra le fronde. Il bosco, tutt’altro che tetro in una bella giornata di sole, si estende per circa tre ettari e la prima statua che si incontra raffigura una piccola sfinge. Seguendo la cartina, si incontra Proteo (detto anche Glauco), mostro antropomorfo che sembra emergere dal terreno, fino ad arrivare all’enorme scultura di Ercole e Caco, due giganti in lotta. Poco più avanti scorre il fiume, formando una piccola cascata in cui spiccano le fauci spalancate e minacciose di un’Orca. Completano il gruppo una grande tartaruga sormontata da una Nike e la pacifica Fontana di Pegaso.

Proteo (Glauco)

La sfinge

La tartaruga del Sacro Bosco
Proseguendo, lo sguardo non può fare a meno di notare gli obelischi, sormontati da teste di dee e dei. Di fronte si trova il teatro, mentre nelle vicinanze si trova il ninfeo che ospita le tre Grazie. Se tutto ciò vi sembra poco mostruoso, continuate ad addentrarvi nel bosco perché non mancheranno le stranezze, cominciando con l’eccentrica Casa Pendente: si tratta di un edificio inclinato, ma visitabile comunque al primo piano. Quando entrerete il vostro senso dell’equilibrio sarà messo a dura prova, la sensazione che si prova camminando sul suo pavimento obliquo è di vertigine!

Le tre Grazie
Ma…i mostri? Oltrepassati la panca etrusca e il vaso, si giunge alla scultura simbolo del parco: lo spaventoso Orco! Bocca aperta, con tanto di scritta “ogni pensiero vola”, denti aguzzi e occhi famelici…fare una foto nella sua cavità orale è d’obbligo. 😉 All’interno della bocca dell’Orco si trova, curiosamente, un tavolino in pietra ben poco minaccioso. Il percorso è a questo punto disseminato di mostruose creature come il drago che lotta con delle belve e l’elefante. Se vi state chiedendo come possa un pacifico elefante essere spaventoso, ve lo spiego brevemente: è stato scolpito nell’atto di portare via con la proboscide il corpo di un legionario e sembra quasi pronto ad inghiottirlo!

L’Orco, una delle sculture più note del Parco dei Mostri a Bomarzo

Il drago

L’elefante
Le figure mitologiche tornano poco dopo con Cerere, dea (ovviamente di dimensione enorme) romana della fertilità, Nettuno e una creatura marina, e la donna dormiente, probabilmente una ninfa.

Cerere

Nettuno e la creatura marina

La Donna Dormiente
Tra le sculture più inquietanti, la tomba. Mentre quella da osservare con maggiore fantasia in quanto piuttosto rovinata è l’ariete (ci siamo passati davanti due volte prima di capire che si trattasse della statua giusta).
Di fronte al piazzale dei vasi si erge un gruppo scultoreo davvero d’impatto: la mostruosa Furia alata ed Echidna, con le gambe divaricate. Entrambe le figure sono per metà umane e per metà animali ed in mezzo a loro si trovano due leoni (che a mio avviso sono decisamente meno spaventosi). Superati gli orsi e i vasi, si giunge alla statua di Persefone (o Proserpina), direttamente dagli inferi. A pochi passi le tre teste di cerbero emergono dalle fronde.

Echidna e i leoni

Furia

Persefone e, sullo sfondo, Cerbero
L’ultima parte del percorso è ariosa e dall’atmosfera più serena: un tempio si erge accanto ad un prato, mentre la Rotonda, una terrazza circolare in pietra, conclude l’itinerario. A questo punto si torna indietro agevolmente passando nuovamente di fronte alle primissime statue incontrate lungo il cammino.

Il tempio
Il Parco dei Mostri unisce la passione per la natura e le passeggiate all’aria aperta all’amore per l’arte, soddisfando la curiosità del visitatore in un viaggio onirico dalle molteplici sfaccettature. Misterioso e impenetrabile, eppure non minaccioso, ma estremamente intrigante!
Parco dei Mostri – Dove si trova – Il parco si trova nel Lazio, a Bomarzo, in provincia di Viterbo e quindi nel cuore della Tuscia.
Parcheggio – Gratuito, in un piazzale a pochi minuti di passeggiata dalla biglietteria
Costo del biglietto – L’ingresso intero costa € 10,00.
Orari e aperture – Potete consultare gli orari aggiornati sul sito ufficiale, accessibile a questo link
Area picnic e area giochi – All’inizio del percorso, subito dopo la biglietteria e poco prima di addentrarsi nel parco vero e proprio, sono state allestite un’area picnic e un’area giochi per i più piccini.
Durata visita – Il percorso, passeggiando con calma per scattare le immancabili foto, dura circa un’ora e mezza/un paio d’ore.
Abbigliamento e consigli pratici – Optate per scarpe comode e con buona presa sul terreno perché, quando è piovuto da poco, in alcuni punti potrebbe diventare fangoso. Se avete bambini piccoli, privilegiate marsupi o zaini porta-bimbi, più pratici rispetto al passeggino. Il percorso è comunque agevole, senza particolari difficoltà. Molte delle recensioni che ho letto parlano di un grande affollamento di visitatori, che ha influito sulla percezione della “magia” del parco. Per quanto ci riguarda, il sabato prima di Pasqua nel primissimo pomeriggio si poteva girare tranquillamente, abbiamo solo atteso un minuto il nostro turno per scattare una foto vicino all’Orco. In ogni caso, è bene privilegiare il mattino per una visita meno affollata.
Cosa migliorerei – Non ho visto cestini per la raccolta differenziata nel parco né nel parcheggio, personalmente li inserirei per una questione di rispetto verso l’ambiente. Alcune statue al momento della mia visita erano ricoperte di muschio e necessiterebbero di una pulizia accurata per tornare all’antico splendore (immagino che comunque probabilmente venga effettuata ciclicamente).
Punti di forza – Ambientazione, sculture uniche, adatto a grandi e piccini.
Cosa visitare nei dintorni – Se avete tempo, fate un salto nel paesino di Bomarzo, visto che il Parco dei Mostri sorge proprio ai suoi piedi. Anche la suggestiva Civita di Bagnoregio dista pochi chilometri. Un altro itinerario suggestivo si ottiene “sconfinando” nella vicina Umbria, ricca di natura e borghi incantevoli (qui sotto trovate qualche spunto).
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Ne ho sentito parlare tanto ma non ho ancora avuto occasione di andarci! Mi spaventa in effetti un po’ l’idea della ressa di gente, ma magari la fortuna aiuta a trovare una giornata poco affollata come è successo a te.
Buona domenica ❤️
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Te lo consiglio (e poi tu che sei bravissima a scovare posticini deliziosi in cui mangiare, nella Tuscia troveresti sicuramente delle “chicche”)!
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Ciao Silvia!Bisogna avere un po’ di fortuna o magari avere la possibilità di visitarlo al di fuori del weekend. Merita, però 😊 Buona domenica anche a te!
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Grazie delle info! Prima o poi riusciremo ad andarci 🙂
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O MAMMA MIA, non avevo mica collegato che questa bellezza fosse in Lazio, sono una svampita. Mi hai dato un’idea su cosa fare al primo week end libero, grazie!!! **
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Felice di averti dato uno spunto, sono sicura che ti piacerà visitarlo! 🙂
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Un parco davvero singolare e divertente! E quando sei nella casa pendente hai davvero la sensazione di cadere nel vuoto. A me girava quasi la testa… 🙂
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Verissimo, anche a me sembrava di avere delle vertigini! 🙂
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