Siamo così giunti al nostro terzo e ultimo giorno in quel di Budapest. Se non vi siete ancora stancati di farmi compagnia mentre combatto la sindrome da rientro cercando di prolungare virtualmente le mie vacanze ripercorrendone le tappe sul blog… Allora è arrivato il momento di fare un tuffo nelle acque termali ungheresi!
Qualsiasi guida, sito o blog che consulterete nel momento in cui vi accingerete ad organizzare un viaggio a Budapest vi ripeterà come un mantra: “Non perdete le terme!”. Ebbene, io non faccio eccezione 😉 Soltanto nella città di Budapest si concentrano oltre cento tipi di acque terapeutiche, che rappresentano un decimo delle acque termali dell’intera Ungheria. Tra gli stabilimenti termali più famosi ci sono i Bagni Széchenyi e le Terme Gellért, ma avendo una sola giornata a disposizione da dedicare al relax abbiamo scelto quelli che ci colpivano di più sbirciando le varie immagini sul web.
Eccoci così approdati alle Terme Széchenyi (fermata della metropolitana Széchenyi Fürdő, linea gialla), aperte dalle 6.00 del mattino alle 22.00.

Le piscine esterne delle Terme Széchenyi
Questo enorme complesso è composto da 18 vasche, di cui tre esterne e le restanti al coperto. Essendo uno dei più frequentati dai turisti, consiglio di arrivare di buon mattino (noi eravamo all’ingresso intorno alle 9:30) perché dopo pranzo tendono ad affollarsi parecchio e a perdere in parte la tranquillità che di solito si associa ai bagni termali, in favore di un’atmosfera più da “parco acquatico” (e gli italiani in questo si fanno sempre riconoscere mi duole dirlo).
L’ingresso varia a seconda che si decida di utilizzare una cabina/spogliatoio oppure un armadietto. Viaggiando in coppia, ho optato per una cabina da condividere, come ci ha consigliato la signora all’entrata. Con 4700 fiorini (circa 15 €) si può restare quanto si vuole, utilizzando tutte le vasche e i lettini per prendere il sole sistemati a bordo piscina (aggiudicatevene subito uno!). L’ingresso avviene con un bracciale magnetico, che viene utilizzato anche per aprire la serratura della cabina, in cui si possono quindi depositare tranquillamente gli oggetti di valore per godersi al meglio la giornata. Se optate per la cabina singola costa 4900 HUF (5100 nel weekend), l’armadietto 4700 HUF (4900 il fine settimana). L’ingresso pomeridiano dopo le 17.00 è ridotto.
La parte esterna è spettacolare: le tre piscine (di cui una olimpionica, la sola in cui occorre entrare indossando la cuffietta) hanno diverse temperature da quella tiepida fino ad arrivare all’acqua caldissima (non ricordo esattamente i gradi, ma è molto piacevole e rilassante immergercisi), le statue in marmo rendono unico l’ambiente e la silhouette gialla dell’edificio fa un bel contrasto con l’azzurro dell’acqua. Un paradiso!

L’inconfondibile parte all’aperto delle Terme Széchenyi

I colori dei Bagni Termali Széchenyi ad agosto

La piscina olimpionica
Nella parte interna, spazio a sauna, bagno turco e a decine di vasche termali, da quella ghiacciata (che non ho provato!) ai vari idromassaggio, passando per i percorsi benessere. In una delle piscine interne si può praticare anche acquagym con l’istruttrice.
Lo spazio interno è delimitato da colonne in stile tempio greco e si respira un’atmosfera retrò – lontana dalle moderne terme extralusso di certi alberghi -, che personalmente ho apprezzato molto perché rende l’ambiente particolare e quasi “fuori dal tempo”!

Un ambiente particolarmente suggestivo all’interno del complesso

Colonne e atmosfera retrò
Tornati nella parte all’aperto, dove si trova anche un bar a bordo piscina, abbiamo alternato ai bagni di sole quelli “acquatici”, divertendoci a percorrere più volte il tratto centrale della piscina idromassaggio principale, in cui una piacevole corrente spinge dolcemente mentre si nuota.

Io ed Enri super rilassati alle terme!
Come vi accennavo, dopo pranzo la struttura si è notevolmente riempita, noi siamo rimasti ancora un po’ e poi, estremamente rilassati (oserei dire impigriti 😉 ) abbiamo a malincuore lasciato le terme per recarci in centro alla ricerca degli ultimi souvenirs e cenare all’ottimo ristorante del campeggio, il cui profumino ci aveva incuriosito le sere precedenti.
Il giorno seguente ci aspettava una levataccia, obiettivo tornare a Genova in auto direttamente da Budapest, fermandoci per qualche sosta e una breve visita a Graz. Siamo ripartiti con una valigia più pesante, non solo per i ricordini e le cibarie acquistate con i fiorini avanzati, ma soprattutto per i ricordi di viaggio che questa meravigliosa città ci ha regalato. Budapest incontra molteplici esigenze di viaggio, offrendo arte, natura, relax, divertimento e romanticismo. Una capitale dai numerosi talenti, che vi saprà ammaliare in ogni stagione!
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Ricordo bene le terme. Fuori c’erano 20 gradi sotto zero ma la gente affollava comunque le piscine esterne. Io però non ce l’ho fatta, troppo freddo….!!! Mi sono riparato nella accogliente vasca interna da 36 gradi per tutto il tempo. Belle le terme … e bella anche l’ospite … 😉
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Ciao Simone! D’inverno devono essere molto suggestive, ma freddolosa come sono mi accontento di averle provate d’estate 🙂 Ti ringrazio molto! 🙂
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Che spettacolo le terme, ma anche il resto della città mi sembra bellissimo! Non mi dispiacerebbe riuscire a organizzare un weekend quest’autunno. Ci avete impiegato molto da Genova? Io sono in Piemonte, chissà, magari con una tappa in Austria…
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Ciao Silvia! Ci vogliono circa 13 ore, noi all’andata ci siamo fermati tre giorni a Vienna, mentre al ritorno abbiamo fatto una tappa a Graz (che è molto carina) per spezzare un po’ il viaggio, la città mi ha colpita moltissimo, ripaga le ore di guida 🙂
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