MAMME (IN VIAGGIO) SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

Siamo costantemente bombardati da immagini sulla maternità e sulla genitorialità che non sempre corrispondono al vero. Impeccabili Ferragni in miniatura con outfit coordinato alla mamma e bimbi perfettamente composti e silenziosi sull’aereo come Royal Baby abituati al pubblico, in tutta franchezza, non rappresentano esattamente la normalità. Quando si è alle prese con i cambiamenti che inevitabilmente travolgono chi sceglie di avere un figlio, la finta perfezione che social network e web ci propongono potrebbe scoraggiare chi vorrebbe, ad esempio, tornare a viaggiare, ma teme di non essere all’altezza e di scontrarsi con una realtà ben più in salita di quanto tutorial e manuali insegnino. Niente paura! Viaggiare con bimbi piccoli al seguito è possibile, ma accettando che si può essere mamme in viaggio “imperfette“, eppure ugualmente felici! Ho chiesto ad alcune delle Travel Blogger Italiane di raccontarci le loro avventure tragicomiche quando hanno mosso i primi passi nella nuova realtà di “mamme in viaggio”: leggere le loro esperienze può dare fiducia a chi non vuole rinunciare ai propri sogni di viaggio, ma si sente intimorita dai cambiamenti. Uno spaccato di vita, reale e vissuta, che vi farà venire voglia di affrontare le piccole difficoltà di tutti i giorni con una marcia in più!

The Daz Box, Daniela – “La prima volta che ho caricato mio figlio su un volo intercontinentale aveva un anno appena compiuto. Ora ne ha quasi cinque e una discreta collezione di timbri sul passaporto.

In questi anni ho ricevuto tanti complimenti per questo nostro “coraggio”, ma anche tante critiche, perché ovviamente per alcune persone viaggiare con bambini piccoli a seguito è una vera follia!

I nostri viaggi sono sempre all’insegna dell’avventura (tre volte in Canada, una in Alaska) e mio figlio si è quasi sempre adattato molto bene ai nostri itinerari, molto spesso serrati. La verità sta in quel “quasi”.

Viaggiare con i bambini è meraviglioso ma non sempre le cose vanno come da programma. La situazione peggiore, nel nostro caso, si è verificata sul volo da Montréal ad Halifax (Nuova Scozia), quando mio figlio, che aveva due anni, proprio non ne voleva sapere di stare seduto. Urlò come un pazzo per venti minuti e nemmeno le cure amorevoli della povera hostess (santa donna, le avrei fatto un monumento con i pastelli colorati se solo ne fossi stata capace!) furono sufficienti per calmarlo.

L’anno prima, in un ascensore nella metro di Toronto, mio figlio che stava ancora sul passeggino tastò il generoso didietro di una signora, la quale, fortunatamente, la buttò sul ridere con una battuta del dito: “Lo facesse più spesso anche mio marito…!”. Il bello di viaggiare all’estero è anche quello di superare con una certa nonchalance le situazioni più imbarazzanti. Ad esempio, quando tuo figlio dà della “cicciona” alla signora seduta di fronte a te sull’autobus, o quando si lamenta del piatto portato al ristorante. Finché non imparano le lingue straniere si viaggia sostanzialmente in modo sicuro!”

blue jeans

La valigia di Cassandra, Rosaria – “Forse i bimbi, quando sono piccoli piccoli, non hanno bisogno di niente, o di veramente poco; soprattutto se, per esempio, li allatti al seno e quindi non devi preoccuparti di portare nulla, se non i pannolini e poche altre cose. Il problema arriva quando si trovano nella fase dello svezzamento, quando non li allatti più o quando non possono mangiare al ristorante insieme a te. È capitato con il nostro secondo viaggio con India, quando siamo stati una settimana in Val Senales, in Alto Adige. India aveva da poco compiuto sei mesi e avevo iniziato lo svezzamento qualche settimana prima, per cui non era affatto consigliabile interromperlo. Ragion per cui, abbiamo deciso di portare tutto l’occorrente per affrontare con serenità anche questa breve vacanza: bollitore, acqua Sant’Anna, omogeneizzati, brodo già pronto, olio extravergine di oliva vitaminizzato, semolino, termos, contenitori, piattino, cucchiaini, salviettine, detergente delicato, disinfettante…e tanto, ma tanto altro ancora, che con un primo e unico figlio non può mai mancare. Prendo uno scatolo, ma non basta. Ce ne vuole un altro. Carichiamo tutto nel misero bagagliaio della nostra Suzuki Swift, insieme a una scorta di pannolini, salviettine, il passeggino, una valigia di ricambi estivi, una valigia di ricambi invernali, il ciuccio…non dobbiamo dimenticare il ciuccio! Qualche gioco, i nostri bagagli (sì, ci siamo anche noi!) e la macchina fotografica. Siamo pronti, ce l’abbiamo fatta! Iniziamo a percorrere chilometri, siamo soddisfatti, la montagna ci aspetta…ma…ma…la culla!!!! Abbiamo dimenticato la culla da campeggio e l’hotel non ce l’ha! La fretta, l’inesperienza e il poco spazio possono far dimenticare qualcosa, ma non c’è nulla di materiale a cui non si possa rimediare. È stato scomodo con una figlioletta/cavallo in un letto da una piazza e mezzo e noi due alti un metro e ottanta, ma ci siamo goduti una settimana di condivisione!”

Nonniavventura, TeresaEssere una mamma in viaggio è una sfida non da poco, soprattutto se i figli sono piccoli. Bisogna organizzare tutto, e prevedere ogni tipo di evenienza, anche la più imprevedibile.

Se poi i figli sono due, molto vicini d’età, allora bisogna essere quasi Wonder Woman! Io personalmente ricordo un viaggio in particolare, il primo fatto con i miei figli tanti anni fa quando avevano rispettivamente 3 e 4 anni. La destinazione era Disneyland Parigi, quindi assolutamente il top per loro: non c’era il rischio che si annoiassero!

Era l’inizio di gennaio, quindi il clima sarebbe stato molto rigido. Quindi ci voleva una analisi scientifica nella preparazione della valigia; indumenti molto pesanti, perchè saremmo stati in giro tutto il giorno.

Poi era necessario mettere almeno due pigiamini a testa per evitare qualunque “imprevisto notturno”. E infine tutte le medicine di cui avrebbero potuto aver bisogno, non si sa mai!

Il viaggio è meraviglioso, tutto funziona alla grande; i bambini si divertono molto e io sono super orgogliosa di me e di come mi sono organizzata. Ma ahimè, l’imprevisto è dietro l’angolo!

Poco dopo il decollo, il maschietto comincia a piagnucolare e a dire che aveva male all’orecchio destro Ho pensato potesse essere un problema di compensazione: gli ho dato da bere, gli ho fatto soffiare il naso, ma niente da fare. Ha continuato a piangere e non ha più smesso; morale della favola, aveva l’otite!

La bambina sembrava essersi addormentata, ma all’improvviso si è svegliata lamentandosi e piagnucolando; neanche il tempo di chiederle cosa avesse, ha vomitato a fontana, imbrattandosi tutta (e non solo lei, ma anche il passeggero seduto accanto a lei).

Che vi devo dire? Io ero super organizzata, ma non ho potuto fare nulla per rimediare a  questo pasticcio!

photo of baby sitting on wooden airplane

Raf Around the World, Raffaella ci racconta il primo volo di suo figlio a 4 mesi con Ryanair: “La prima esperienza di viaggio sola con il mio bimbo risale ormai ad un anno fa, all’inizio del nostro viaggio a tempo indeterminato. Lui aveva 4 mesi quando abbiamo lasciato la nostra casa andalusa diretti verso la prima tappa di una lunga avventura: la Sardegna. Mentre il papà ci avrebbe raggiunto in auto (più traghetto) con due giorni di ritardo, io e il piccolo Dante ci siamo imbarcati sul nostro primo volo targato Ryanair con destinazione Cagliari.

Nonostante l’inesperienza, ho avuto l’accortezza di viaggiare il più leggera possibile: un piccolo zaino con alcune cose per me, la borsa di Dante con cambi e copertina e il marsupio porta-bimbo. Passeggino e valigia sono stati caricati come bagaglio da stiva.

Siccome allattavo il piccolo al seno, non ho dovuto preoccuparmi per biberon e affini. Tutto sembrava perfetto.

Invece non ho pensato che anche una mamma che viaggia sola deve andare al bagno. Una scena tutta da ridere: Dante dentro il marsupio, zainetto sulle spalle e borsa a tracolla mi sono chiusa dentro e in precario equilibrio ho fatto la pipì più veloce della mia vita. Due cose hanno reso l’esperienza meno tragica: ero ancora in aeroporto e indossavo i pantaloni della tuta!

In compenso però sull’aereo è stato Dante a dover usare il bagno. Dopo la sua poppata mattutina ho iniziato a percepire un odorino misterioso, ma ho adottata la tattica di far finta di niente. Quando però ho visto il mio vicino di sedile agitarsi un po’ mi sono decisa a cambiare il bimbo. Ma dove? Chiedo alla hostess che mi accompagna nel bagno-loculo e fa scendere al di sopra del wc una tavoletta-fasciatoio dalle dimensioni nanesche. Proprio in quel momento ho sviluppato la mia capacità di cambiare pannolini nelle posizioni più improbabili“.

PanAnna blog di viaggi, Anna: “Oggi vi voglio raccontare la mia esperienza da mamma acquisita, cioè com’è andata la mia prima vacanza con il mio attuale marito e i suoi due figli. All’epoca non vivevamo ancora tutti e quattro insieme (avremmo fatto questo passo l’anno successivo), quindi le due settimane di vacanza estiva sono state la nostra prima prova di convivenza.

Ho giocato su un territorio conosciuto: due settimane nella casa dei miei nonni in Salento, con a disposizione uno dei mari più belli d’Italia. Ricordo questi piccini di 8 e 10 anni che sono arrivati a casa nostra con dei valigioni che pareva dovessero trasferirsi per almeno un semestre, dai quali ho tolto metà roba prima di partire, comprese le canottiere che non so per quale motivo fossero obbligati a mettere anche in estate…

Il viaggio in auto per scendere in Puglia è durato circa 10 ore, loro erano belli comodi con i loro cuscini sui sedili posteriori, ma ovviamente dopo qualche ora di sonno, la fatidica domanda non si è fatta attendere: ‘Quanto manca?!’ e allora vai di playlist musicali e giochi da macchina, mi scappa la pipì, ho fame… e finalmente siamo arrivati a destinazione.

La vacanza è andata molto bene, loro chiamavano la madre ogni sera, e io ogni tanto captavo qualche pezzo di conversazione che mi rassicurava sull’andamento della vacanza.

Comunque vi posso assicurare che un viaggio con i bambini è nulla rispetto a quando entrano nella fase dell’adolescenza: negli anni precedenti avevamo continuato piacevolmente con le vacanze in Salento e qualche weekend in Europa, fino al 2018 quando finalmente ero riuscita a organizzare un on the road di due settimane in Portogallo, uno dei miei tanti sogni. Peccato che il sogno degli adolescenti si sia fermato all’oceano: loro avrebbero passato felicemente due settimane a fare surf, altro che città e musei da visitare… Ci siamo scontrati e ne è uscito un itinerario completamente rivoluzionato rispetto ai miei piani iniziali, che ovviamente avevo condiviso con loro prima di partire, ma le sorprese accadono sempre in viaggio!”

E a voi, sono mai capitate disavventure durante i viaggi con prole al seguito? Abituare i propri figli a viaggiare, anche se inizialmente può rivelarsi faticoso e gli imprevisti sono dietro l’angolo, consentirà loro di aprirsi al mondo e a voi di non perdere di vista le vostre passioni! Perché le priorità possono cambiare, ma le emozioni che viaggiare trasmette restano… anche quando le si condivide con un terremoto in più!

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14 pensieri su “MAMME (IN VIAGGIO) SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

  1. Anna ha detto:

    Che belle queste testimonianze reali, l’importante per me essere consapevoli che non dobbiamo essere genitori perfetti, che gli imprevisti possono capitare, ed è più semplice superarli facendosi una risata che non arrabbiandosi.

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  2. Rosaria ha detto:

    Ahahahah…quest’articolo è davvero divertente ma, soprattutto, vero e utile: ci fa comprendere come i bambini siano un pozzo di meraviglia, ma che richiedono tante attenzioni, anche in viaggio.
    Ma, nonostante le disavventure, viaggiare insieme a loro è impagabile! *_*

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  3. Silvia The Food Traveler ha detto:

    Non ho figli per cui non posso dire la mai, ma mi sento di dire che queste sono super mamme perché immagino che gestire certi imprevisti non sia cosa da poco! In particolare Teresa con il figlio che ha vomitato a fontana ha tutta la mia solidarietà. Ma anche Anna, in vacanza con “figli acquisiti”. Brave tutte, sono convinta che sia importante abituare i bambini a viaggiare fin da piccoli.

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  4. Raf ha detto:

    Mi consolo davvero a sapere che gli imprevisti non capitano solo a me! Viaggiare con i bambini è stancante ma assolutamente meraviglioso perché ti trasmettono un modo di vedere le cose davvero speciale!

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  5. Giulia ha detto:

    Io vi amo! Leggere queste testimonianze mi ha fatto sentire in buona compagnia. Soprattutto per le figuracce in viaggio, il cambio di pannolini in posti assurdi e le vomitate a getto addosso agli sconosciuti!

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  6. partyepartenze ha detto:

    Quando è nata mia figlia (quasi 18 anni fa) un astrologo mi ha regalato il suo tema natale. Sono rimasta sconvolta per non mi ricordo quale pianeta che la definiva una “stanziale”. Non avrebbe amato viaggiare. Ma come? A un anno era sul primo intercontinentale e da allora non si è più fermata. Non ho mai avuto problemi con lei in viaggio: sono stata molto fortunata. L’astrologo? Gli ho tolto l’amicizia da facebook e il saluto.

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  7. Cristina ha detto:

    Da mamma vi capisco benissimo! Ricordo un volo in cui mio figlio avrà avuto 2 anni in cui nonnriusciva a star fermo e continuava a calciare il sedile di fronte. Dopo mille richiami mi sono scusata col passeggero e ho cambiato posto ma mi sarei sotterrata!!!

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  8. elena ha detto:

    Grazie per questo bell’articolo, che cade a fagiuolo, siccome sono anche io in dolce attesa proprio in questo periodo e, da accanita viaggiatrice, è inevitabile mi chieda sempre più spesso: e per noi, come sarà? Riusciremo a continuare a viaggiare anche in tre? E’ davvero possibile non rinunciarvi, allargando la famiglia?
    Vorrei tanto, come scrive Daniela nel primo contributo, che anche mio figlio, alla soglia dei 5 anni, possa ‘vantare’ un discreto numero di timbri sul passaporto! Sarebbe un (altro) sogno che si avvera!

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    • Sognando Viaggi ha detto:

      Congratulazioni, non lo sapevo! 😊 Immagino che all’inizio sia un po’ complicato, ma le testimonianze delle blogger che hanno partecipato sono la miglior prova che si può continuare a viaggiare e che non bisogna lasciarsi abbattere dagli imprevisti 😊

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  9. Simone ha detto:

    Mia figlia è ormai quasi maggiorenne ma ricordo ancora il mio primo viaggio fatto con lei, un viaggio all’estero (!) quando aveva sei mesi. Un incubo. La meta del viaggio era la Città del Vaticano, dodici fermate di metropolitana da casa mia (e che ti pensavi!). Tornammo distrutti, con mia figlia che urlava, si dimenava nel carrozzino, voleva mangiare, poi bere, e poi mangiare, poi camminare (non aveva ancora iniziato a farlo…), poi bisogni di ogni genere, tutto nel breve tratto che va dal colonnato di Bernini al sagrato della Chiesa. All’interno poco mancò che venissimo denunciati per maltrattamento di minori e cacciati a pedate dai turisti perchè davamo fastidio a un bel po’ di gente. Tornati a casa, esausti, ci buttammo sul letto dicendo “mai più!!!”.

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