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WEEKEND A DUBLINO: TRIFOGLIO, FOLLETTI E COLORI D’IRLANDA

La scorsa estate, di ritorno dalla luna di miele alle Seychelles, presa da un impeto di entusiasmo ho iniziato a pianificare una fuga invernale. Il “ponte tentatore” dell’Immacolata, una buona offerta per un volo Aer Lingus e la complicità di mio fratello (con il quale proprio l’8 dicembre dell’anno scorso avevo visitato Varsavia) hanno fatto il resto e nel giro di poche ore mi sono ritrovata con una prenotazione per Dublino tra le mail in arrivo. Quello che non potevo sapere all’epoca è che avrei rischiato di non andarci: una settimana prima della partenza, infatti, a causa di una scheggia metallica finitami in un occhio ho dovuto portare una benda per tre giorni. Fortunatamente, però, l’oculista mi ha dato il nulla osta per partire, raccomandandomi soltanto di seguire scrupolosamente le terapie del caso. Eccomi così a raccontarvi impressioni, attrattive e percorsi del mio primo assaggio d’Irlanda!

Pensare all’Irlanda mi ha sempre fatto immaginare scogliere a picco sul mare increspato dal vento, distese di verde che si perdono nell’orizzonte, reel di sottofondo, leggende di folletti e graziosi pub in cui ascoltare musica dopo una sostanziosa cenetta. Avendo a disposizione soltanto un weekend, non ho potuto esplorare questa terra magica e misteriosa on the road per ammirarne gli spettacolari paesaggi, ma ho avuto un primo colorato, gustoso e vivace approccio attraverso la sua capitale, città brulicante di vitalità e ricca di sfaccettature.

Siamo partiti da Milano Linate in tarda mattinata, impiegando circa due ore e mezza ad arrivare a destinazione. L’aeroporto di Dublino è ben collegato al centro: al terminal troverete chiare indicazioni per raggiungere la fermata dell’autobus. Noi abbiamo utilizzato il servizio navetta offerto da Airlink, prenotando il biglietto prima della partenza attraverso il sito Get your Guide. Non appena saliti sull’autobus (climatizzato e dotato di wifi) basta mostrare la mail stampata e viene rilasciata la ricevuta. Il viaggio sino alla centralissima O’ Connell Street è durato circa 40 minuti e il biglietto di sola andata è costato € 6,00 a persona.

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O’ Connell Bridge con le luci della sera

Dove alloggiare – Trovare un alloggio economico a Dublino non è semplicissimo, io mi sono affidata a Booking e mi sono imbattuta in un bed&breakfast in posizione centralissima: Inn on the Liffey Guesthouse, a pochi minuti da Temple Bar. Camera piccolina, ma pulita e con letto comodissimo, con vista sul fiume Liffey, che taglia in due la città. Posizione perfetta che ci ha consentito di esplorare Dublino sempre a piedi e di sfruttare al massimo il poco tempo a disposizione.

Dove mangiare – Anche i pasti possono rivelarsi piuttosto costosi, soprattutto se decidete di consumarli nel quartiere di Temple Bar, dove i prezzi sono decisamente più alti. La prima sera abbiamo cenato al The Old Mill, un pub/ristorante situato proprio in quel quartiere, mentre la seconda abbiamo scelto Madigans, pub dall’atmosfera tipicamente irlandese affacciato su O’Connell Street, con prezzi contenuti e musica dal vivo dopo cena. Per pranzo ci siamo sempre affidati al Mc Donald’s, una garanzia quando si vuole risparmiare tempo e restare nel budget. 😉

L’itinerario: cosa vedere – Per via dell’orario non ottimale dei voli avevamo appena una serata e un giorno pieno a disposizione per visitare Dublino. Al contrario di quanto pensavo, tuttavia, la visita non si è rivelata una missione impossibile: certo, in due giorni pieni sarebbe stata sicuramente più completa, ma siamo riusciti a vedere le principali attrattive e in generale tutto quello che ci eravamo prefissati prima di partire.

Dopo esserci sistemati in camera, ci siamo preparati per trascorrere la nostra prima serata dublinese. Passeggiando tra i tanti negozi di souvenirs nei pressi di O’Connell Street, abbiamo fatto incetta di calamite con il Leprechaun (il tipico folletto irlandese con barba e cappello, protagonista del folklore locale) e trifogli beneauguranti (consiglio la catena Carroll’s Gifts, ben fornita e con prezzi nella media). In O’Connell Street si trova lo Spire, sottile torre d’acciaio alta 120 mt, ma a catturare la mia attenzione per una foto è stata la statua di James Joyce, situata proprio nei pressi di questo bizzarro monumento.

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La statua di James Joyce

Merita una sosta fotografica l’Ha’penny Bridge, ponte dalla struttura bianca che la sera viene illuminato creando bei riflessi sulle acque del fiume Liffey.

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Ha’Penny Bridge illuminato

A Temple Bar siamo stati risucchiati dai colori, dal brusio e dalle note che risuonavano dai vari pub e locali della zona. Si tratta del quartiere più animato di Dublino, ritrovo di artisti e ricco di intrattenimenti. In origine fu il quartiere medievale delle corporazioni e degli artigiani, ma negli anni ’70 divenne talmente “alternativo” da rischiare persino di essere raso al suolo per il degrado in cui versava. Fortunatamente, Temple Bar fu al centro di un progetto di recupero e restauro, che lo ha reso certamente più turistico, ma ancora con un alone bohemien che lo avvolge. Non poteva mancare una tappa al pub che porta il nome del quartiere, dalla caratteristica facciata dipinta di rosso. Affollato e addobbato a dovere in vista delle festività natalizie, all’interno ci ha accolto con un’atmosfera accogliente e conviviale, tanto che ci siamo ritrovati a cantare a squarciagola “All I want for Christmas is you” di Mariah Carrey con il resto degli avventori!

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Temple Bar, il quartiere più animato della città

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Il quartiere di Temple Bar di giorno

Il giorno seguente ci siamo alzati di buon mattino per esplorare la città: prima tappa la statua di Molly Malone, uno dei simboli di Dublino. La donna, protagonista di una famosa ballata, secondo la leggenda era pescivendola di giorno, mentre la notte era costretta a vendere il suo corpo. La statua sorge nei pressi della graziosa chiesetta di Saint Andrews.

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Molly Malone, uno dei simboli della città

Attraversando Grafton Street, una delle principali vie dello shopping, abbiamo avuto un incontro ravvicinato con un gabbiano, planato per rubare dalle mani di mio fratello il muffin che stava gustando mentre passeggiava! A causa dell’intraprendenza del volatile, la colazione di mio fratello si è bruscamente interrotta a metà, tra le risate generali 🙂 La nostra meta successiva è stato St Stephen’s Green, uno dei polmoni verdi della città. Nel parco si trova un grazioso laghetto con oche e germani (fortunatamente non interessati ai muffin!).

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St Stephen’s Green, uno dei parchi di Dublino

Usciti dal parco, abbiamo passeggiato sino alla vicina Merrion Square e in particolare ci siamo recati nel parco in cui si trova la statua di Oscar Wilde, accompagnata da alcuni dei suoi aforismi più famosi. In Marrion Street  e nelle vie limitrofe ci siamo invece divertiti a fotografare le porte dei palazzi: variopinte e sgargianti, rosa, rosse, verdi, gialle e blu, sono piacevoli per gli occhi e danno un tocco di colore al quartiere. La leggenda narra che le prime porte dipinte si debbano agli scrittori Oliver St John Gogarty  e George Moore, visto che quest’ultimo ebbe l’idea di dipingere la propria porta di verde per evitare che Gogarty la scambiasse per la sua quando tornava a casa ubriaco. Per tutta risposta, quest’ultimo decise di dipingere la propria porta di rosso per impedire a Moore di fare lo stesso, visto che entrambi erano piuttosto inclini ad essere alticci! 🙂

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La statua di Oscar Wilde nel Marrion Park

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Locali variopinti tra le strade di Dublino

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Prima di pranzo, ci siamo recati al Trinity College, in cui abbiamo ammirato due autentici capolavori: il Book of Kells e la Old Library. Il primo è un antico manoscritto miniato e decorato finemente contenente i quattro Vangeli, realizzato dai monaci di Iona nel IX secolo. La biblioteca, situata al secondo piano, è il sogno di ogni amante della lettura: un lunghissimo corridoio ornato da busti di illustri scrittori, filosofi e sostenitori dell’università, ai lati del quale si ergono scaffali in legno contenenti migliaia di libri. La Long Room è un vero spettacolo! In fondo ad essa si trova inoltre l’arpa in legno più antica d’Irlanda, risalente al XV secolo. Ultimata la visita potete inoltre passeggiare per il campus, ricco di edifici interessanti. Il costo del biglietto che consente di vedere Il Book of Kells e la biblioteca è di 13,00 € (per evitare code noi lo abbiamo acquistato direttamente alle macchinette automatiche con carta prepagata).

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La biblioteca del Trinity College

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Dopo pranzo abbiamo deciso di visitare la parte più antica della città ed in particolare esternamente il  Castello (della cui parte più antica sopravvive un imponente torrione), la bellissima Christ Church Cathedral (anch’essa per motivi di tempo vista solamente dall’esterno, ma se avete tempo approfittatene per varcarne la soglia e visitare la cripta), Dublinia (edificio che illustra la storia della città, collegato alla Christ Church da un ponte) e la Cattedrale di Saint Patrick (costo del biglietto di ingresso € 6,50). Circondata dal verde, all’interno si trovano mausolei policromi, colonne svettanti e l’elegante Lady Chapel. Qui è sepolto anche Jonathan Swift, che fu decano della cattedrale. Accanto a lui riposa l’amica (e forse amata) Esther Johnson.

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Il Castello di Dublino

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Christ Church Cathedral

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Dublinia

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Saint Patrick Cathedral

E’ giunto così il momento di visitare la famosa Guinness Storehouse, l’attrazione più conosciuta e visitata di Dublino! Comprensibile che mio fratello sia felice di spendere € 25,00 (usate la biglietteria automatica, eviterete code) per assaggiare una pinta di vera Guinness e scoprirne tutti i segreti, ma cosa ci fa una quasi astemia, per nulla amante della birra come me in una fabbrica-museo? Ebbene, devo dirvi che la visita è stata piacevole, interessante e decisamente divertente anche per me! Il percorso si snoda attraverso 7 piani, ognuno dei quali dedicato ad un particolare aspetto: si comincia con un viaggio tra gli ingredienti, con scenografica cascata, malto e luppolo, per poi salire e scoprire come avviene la produzione, anche attraverso macchinari autentici utilizzati svariati decenni fa, supporti multimediali e curiosità proposte durante il percorso. Dopo la lavorazione, si passa al trasporto, per poi tornare bambini nel piano dedicato alla pubblicità, in cui posare con le mascottes degli spot più celebri. La visita prosegue con le “tasting rooms“, in cui si impara a degustare la birra (dove mio fratello si è “sacrificato” gustando anche la mia), per poi sorseggiare una pinta dopo avere imparato a spillarla o dopo essersela fatta servire al Gravity Bar che, dal settimo piano, offre una vista a 360° sulla città (astemi non temete, potete barattare la pinta con un soft drink come ho fatto io e godervi ugualmente il panorama!).

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Guinness Storehouse: il livello dedicato agli ingredienti

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Il processo di produzione della Guinness

guinness bollicine

Sapevate che in una pinta di Guinness sono presenti 30 milioni di bollicine?

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Se vedo una tartaruga…non posso che farmi scattare una foto insieme a lei!

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Il divertente piano dedicato alle pubblicità

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Il panorama dal Gravity Bar al settimo piano della Guinness Storehouse

Quando le luci della sera erano ormai calate, siamo tornati alla nostra guest house, sempre rigorosamente a piedi per godere degli scorci urbani pittoreschi che la città offre. Dopo la cena in un pub tipico, siamo rientrati in camera pronti ad immagazzinare qualche ora di sonno in vista della sveglia puntata all’alba per raggiungere l’aeroporto con tranquillità. Questa volta ci siamo affidati ad un taxi (durata corsa circa 20 minuti, costo con supplemento notturno € 23,00).

La nostra “toccata e fuga” a Dublino termina così, mentre le prime gocce di pioggia dal nostro arrivo bagnano il tetto del taxi. Il clima, fortunatamente, è stato clemente e le temperature meno rigide di quello che ci aspettavamo. Lasciamo l’esuberante Dublino, ma ho l’impressione che prima o poi tornerò in questa terra in cui il verde predomina, magari per cercare quei buffi folletti e la loro pentola piena d’oro alla fine di un arcobaleno…

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19 pensieri su “WEEKEND A DUBLINO: TRIFOGLIO, FOLLETTI E COLORI D’IRLANDA

  1. L'OrsaNelCarro Travel Blog ha detto:

    Beh per una toccata e fuga direi che ci avete infilato tantissimo da vedere, un itinerario che per me sarebbe un grande classico mordi&fuggi, proprio come piacciono a me! 😉
    Ma com’è la storia della scheggia di metallo O_O addirittura!? Come ti è finita nell’occhio? Ad ogni modo per fortuna che non ti ha rovinato la “fuga in verde”! Il temple vestito a festa è bellissimo e vogliamo parlare della biblioteca del Trinity *_* ho gli occhi a cuoricino!
    Ti rinnovo gli auguri Serena e ti ringrazio per il pensiero su Twitter 😉
    Un grosso bacio anche in famiglia!

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    • SognandoViaggi ha detto:

      La storia della scheggia è stata un mistero anche per me, perché me ne sono accorta soltanto qualche ora dopo…Mi hanno detto che molto probabilmente l’ho presa aspettando il treno, sono quelle schegge che volano quando il treno frena 😦 Fortunatamente ora è tutto risolto, ma è stata una notevole dose di sfortuna! La biblioteca è veramente spettacolare *_* Buon anno anche a te e alla tua famiglia!!!

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  2. La valigia di Cassandra ha detto:

    Oddio!!! Ma come ti è finita una scheggia nell’occhio?
    Meno male che è passato tutto subito e siete riusciti a partire lo stesso!
    Complimenti: avete visto tantissimo in meno di 48 ore…ma immagino che vorrai tornarci presto, perché sicuramente sia Dublino, che tutta l’Irlanda, ha molto da offrire!
    Io, poi, che amo i folletti, perderei giornate intere a cercarli! 😉
    Ti abbraccio forte, cara Serena, e auguro a te e ad Enri un fantastico 2018.
    Un bacio! :*

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    • SognandoViaggi ha detto:

      Non ci crederai mai…ma probabilmente mi è finita nell’occhio mentre aspettavo il treno! Probabilmente era una di quelle schegge che volano quando il treno frena (per la serie…disavventure fantozziane!). Mi piacerebbe molto fare un “on the road” in Irlanda, tra boschi e scogliere…Chissà! 🙂 Un grosso abbraccio anche a te con l’augurio di uno splendido 2018!!!

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  3. Simone ha detto:

    Dublino è tra le prime mete che ho in testa. Non riesco però a decidermi se farmi un week-end lungo solo a Dublino oppure farmi un fly and drive di un settimana lungo tutta l’isola. Mah!
    Per il resto, spero sia tutto passato per il problema all’occhio 😉

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    • SognandoViaggi ha detto:

      Io ti consiglierei un bel fly and drive, i paesaggi irlandesi devono essere meravigliosi! Se avessi avuto qualche giorno in più non mi sarei lasciata scappare almeno le famose Cliff of Moher 🙂 L’occhio per fortuna è a posto, ma è stato parecchio fastidioso!

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  4. Elena ha detto:

    MA! Serena! Una foto con una tartaruga pure qui!? 🙂
    Ho scelto di leggere questo articolo perchè quest’estate andrò proprio in Irlanda, facendone un tour ‘completo’! E ovviamente Dublino è la prima tappa! Speriamo di poter stare vestiti un po’ più leggeri, e non imbacuccati come voi, ma con il tempo irlandese non si può mai dire! Tutti quelli da te descritti devono essere splendidi…non vedo l’ora di vederli dal vivo!

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    • SognandoViaggi ha detto:

      Non mi sfugge nessuna tartaruga 😀 Che bella la vostra vacanza estiva, mi piacerebbe tanto visitare l’Irlanda “on the road”. Non vedo l’ora di leggervi e vedere le foto delle Cliffs of Moher, che devono essere meravigliose!

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  5. Jessica ha detto:

    Caspita, quante cose siete riusciti a vedere in un giorno e mezzo! Complimenti! 😄 Grazie per avermi segnalato questo post, mi tornerà sicuramente utile 😊 Dublinia com’è? Sono molto indecisa, ho letto opinioni parecchio contrastanti…

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  6. SognandoViaggi ha detto:

    Avendo poco tempo a disposizione, non abbiamo visto internamente Dublinia, ma ci siamo limitati ad una foto all’esterno, preferendo visitare la cattedrale (e avendo il resto del pomeriggio da dedicare alla Guinness Storehouse, che è immensa!). A proposito, se avessi avuto una giornata in più sarei andata a Howth: dev’essere graziosissima ed è poco fuori Dublino, penso ne valga la pena!

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  7. Katja ha detto:

    Leggere il tuo post su Dublino, non ha fatto altro che farmi ritornare tanta ma proprio tanta nostalgia verso questa città. Ci ho vissuto appena terminato le superiori ed è stato amore a prima vista: devo decidermi di ritornarci.

    A quanto vedo, hanno spostato Molly Malone: all’epoca si trovava all’inizio di Grafton Street sulla parte che dà sul Trinity College.

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